LA STAMPA
Italia
Fini: “Nel centrodestra legalità assente
Ora voto i liberali di Scelta Europea”
“I partiti agonizzano, le riforme creino canali alternativi di partecipazione”
Riecco Tangentopoli, presidente Fini... «Non è un paragone azzeccato». Ah no? «No. A differenza del ’92-’94, i protagonisti oggi sono personaggi del sottobosco politico». Tornano gli gli stessi nomi: Greganti, Frigerio. «Sì, ma allora le tangenti chiamavano direttamente in causa il sistema dei partiti. Che difatti crollò. Stavolta invece non risulta il coinvolgimento dei livelli istituzionali più alti». I partiti hanno scoperto l’onestà? «O magari non esercitano la presa di vent’anni fa... Sono molto più deboli. Talmente in crisi, che ormai si stanno ponendo problemi seri di partecipazione alla politica. E questo Grillo l’ha capito benissimo». Cosa ha scoperto Grillo? «Che i cittadini non sanno più come farsi ascoltare. I partiti agonizzano, i sindacati pure; al loro posto non sono nati altri sistemi per dare voce alla gente. Le riforme dovrebbero servire anche a creare canali alternativi». Ha qualche suggerimento? «Spero che qualcuno si batta per i referendum propositivi. O per garantire che le leggi di iniziativa popolare vengano quantomeno discusse in aula, anziché finire nel cassetto». Berlusconi ai servizi sociali. Dell’Utri e Matacena latitanti all'estero. Scajola, nelle patrie galere. Su Forza Italia in Lombardia aleggia lo spettro dell’Expo... Questo centrodestra sembra un luogo poco raccomandabile. «I nodi vengono al pettine. E i miei allarmi sulla legalità assente o calpestata, come si vede, non erano affatto fuor di luogo. Dire di più mi sembrerebbe perfino superfluo». E’ vero, come accusa l’ex Cavaliere, che Napolitano le promise la guida del governo qualora lei avesse fatto cadere il governo Berlusconi.«Ma di che cosa stiamo parlando? La mia opposizione a certi metodi fu sempre alla luce del sole. Sono l’unico che osò sfidare l’allora premier addirittura in mondovisione e proprio sul tema della legalità». Berlusconi lamenta ben quattro colpi di Stato ai suoi danni. «Purtroppo, ha completamente smarrito il senso della realtà. Parla di cose che esistono soltanto nella sua mente. È appena stato capace di sostenere che Renzi è ostaggio della Cgil, nonostante tutta l’Italia sia testimone del contrario. Il giorno prima aveva detto, nientemeno: “Meriterei il Nobel della pace per avere portato Putin nel G8”... Non va preso troppo sul serio». Lei alle Europee chi voterà? «Darò il mio voto a coloro che si battono per avere più Europa e più integrazione. Non certo a quanti vorrebbero uscire dall’euro». La gara è a chi se ne tira fuori... «Se uscissimo dalla moneta unica, avremmo un’inflazione a doppia cifra. Il conto lo pagherebbero i lavoratori a reddito fisso, i pensionati e i risparmiatori». Ma l’euro non funziona come dovrebbe, ne conviene? «Per farlo funzionare, serve il contrario dell’euro-scetticismo, cioè più unione economica e fiscale. Più decisioni assunte dalla Commissione Ue e meno dai Capi di Stato e di governo, dove la Germania ovviamente sa meglio farsi valere». Dunque, niente voto alla Lega. «No. E nemmeno, mi spiace dirlo, ai Fratelli d’Italia, che nonostante il simbolo hanno tradito la storia di An: la loro scelta contro l’euro è un clamoroso abbaglio». Voterà Forza Italia? «Lì prevalgono gli umori anti-tedeschi di Berlusconi e dei suoi falchi. Per cui no, non merita di essere presa in considerazione». E allora, chi rimane? «Per esclusione, nel campo moderato restano due sole scelte potabili. Una è la lista di ispirazione liberaldemocratica promossa da Verhofstadt, “Scelta Europea”. L’altra è l’alleanza, timida e pallida, tra Alfano e Cesa». Come mai, scusi, la bolla come «timida e pallida»? «Perché la presenza di Alfano nell’esecutivo è tanto determinante quanto del tutto impalpabile. Non ricordo una fase come l’attuale, di totale identificazione tra il governo e il premier: sembra che ci sia solo Renzi». Insomma, sulla scheda cosa scriverà? «Credo di averlo fatto capire...».
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