Europee 2014: Freccero, Ghisleri e Weber parlano della finale tra Renzi e Grillo
Che ormai sia una sfida a due, tra Renzi e Grillo, non è più una notizia. La notizia è in un certo nervosismo che aleggia attorno alla campagna del premier. La parola “nervosismo” non è sdoganata dai suoi fedelissimi. Però, sia pur a spizzichi a bocconi, trapela che un finale così non se lo aspettava. Interpellati sulla presunta o reale difficoltà del premier, due che di comunicazione capiscono eccome, come Carlo Freccero e Alessandra Ghisleri rispondono all’HuffPost con le stesse parole: “Renzi è partito troppo presto con gli 80 euro”. E la “difficoltà” sta nel fatto che, su tutto il resto, gli elettori gli chiedono conto delle sue promesse.
Alla vigilia dell’ultima settimana di campagna elettorale c’è un clima profondamente cambiato. Dopo vent’anni in cui ogni competizione, politica, europea, amministrativa è stata un plebiscito pro o contro Berlusconi, questa volta si configura il terreno perfetto per la campagna di Grillo. Alessandra Ghisleri, che raramente ha sbagliato un colpo, la mette così: “Attenzione, non è che Grillo fa l’agenda. L’agenda la dà l’attualità, e la sua coincide con i dati attualità. Mi spiego. Il soggetto della campagna elettorale è l’attualità, dalla partita di calcio allo scandalo Expo, da Scajola a Genovese. Si tratta di una batteria di eventi che aiutano Grillo perché la politica, tutta la politica, sembra intrisa di un senso di legalità fragile. E infatti Grillo oggi ha fatto la dichiarazione perfetta dal suo punto di vista, quando dice che la magistratura deve sentirsi spalleggiata da un movimento di dieci milioni di persone, il suo”.
Già, lo aiutano gli eventi. Anche Roberto Weber, dell''Swg, ha la stessa opinione: "La mia sensazione è che questi scandali possano ridurre l’astensione e chi non si astiene va su Grillo, che rappresenta l’unica opposizione del paese". Ma c'è anche il dato che riguarda la la natura stessa della competizione elettorale. Lo spiega Freccero: “Grillo gode di un vantaggio rispetto a tutti quanti, quello che queste elezioni non hanno una finalità di eleggere un governo, ma di indicare l’umore, un gigantesco sondaggio in vista delle prossime politiche”.
È questo clima che spiega il nervosismo di Renzi. Perché proprio non se l’aspettava che Berlusconi, il matador delle campagne elettorali del Ventennio crollasse mediaticamente. E che diventasse senso comune il suo arrivare terzo. Né era prevedibile la nuova tangentopoli. Prosegue Freccero: “Grillo è il megafono, usa quello che è rimasto, l’insulto, il disgusto. È rimasta questa cosa qui. Ed è chiaro perché va da Vespa. Perché si sente un finalista, non più un outsider”. Proprio la partecipazione di Grillo a Porta a Porta, lunedì, potrebbe rappresentare il tornante della campagna elettorale. Per Freccero è così: “È come quando Berlusconi andò da Santoro: il Mezzogiorno di fuoco, la sfida finale. Grillo vuole incontrare Vespa per sancire che ha fatto un salto. Il suo interlocutore non è più Pippo Baudo, ma la terza Camera”.
Già, la sfida finale. Si spiega così l'accelerazione sull'arresto di Genovese (con voto palese) e la polemica sui costi della Rai da Floris. Trapela anche che, proprio in queste ore, il premier sia impegnato in prima persona a dare una stretta organizzativa alla campagna elettorale, per non concedere a Grillo altri vantaggi. L’ultima settimana assomiglia a un corpo a corpo, anzi a una piazza a piazza. Nel giorno in cui Grillo arringherà le folle a piazza San Giovanni, il 23 maggio, Renzi chiuderà nella sua Firenze. Quanto tenga alla manifestazione e ad avere una piazza stracolma, lo rivela Allegranti sul Corriere fiorentino, pubblicando le mail che invitano a cammellare le truppe, in perfetto stile Pci. Il giorno prima invece il Pd sarà a piazza del Popolo. Sarà un one man show, preparato nei dettagli. A partire dalla richiesta (di Renzi) di evitare che sul palco salga la nomenklatura.
Secondo Alessandra Ghisleri Renzi “Si trova un po’ in difficoltà a portare avanti qualcosa di concreto, perché gli elettori gli chiedono conto delle sue promesse”. Per Freccero questo è un dato di fatto, ma c’è un dato culturale più complessivo che contraddistingue questa campagna elettorale. Spiega: “La dico così, citando House of cards, un telefilm americano. Lì abbiamo uno sguardo dal di dentro dei meccanismi del potere. Come spesso accade, un telefilm, una fiction riesce ad essere più chiara di innumerevoli analisi sociologiche. Siamo come in House of cards. Ad esempio: le riforme da fare sono solo un campo di battaglia, la scena di un duello dove affrontare e vincere gli avversari, che tra l’altro non appartengono allo schieramento avversario ma al proprio partito. Il politico usa cioè questo territorio per fare le scarpe ai colleghi (vedi Letta), salire sulla scala gerarchica e acquisire potere personale, cioè a nessuno interessa veramente cosa è buono e cosa no, e nemmeno cosa è giusto. E ancora. Parliamo di Renzi nel duello con Floris: è stato un duello di fioretto per dimostrarsi efficiente alla maggioranza; non importa se il risultato è giusto o sbagliato. Lui, come nel telefilm, ha questo atteggiamento. La politica e solo gestione del potere. È come se lavorasse solo la sua persona, ha mangiato la proposta. È come se Calimero mangiasse il prodotto Ava”.