Italia
Piccoli geni italiani crescono
ma hanno già le valigie in mano
I 90 diciottenni più talentuosi riuniti dalla Normale di Pisa
parlano di lavoro, politica, informazione e tempo libero
I 90 diciottenni più talentuosi riuniti dalla Normale di Pisa
parlano di lavoro, politica, informazione e tempo libero
C’è un’Italia nuova, una «generazione Telemaco», ha ricordato una settimana fa il premier Matteo Renzi nel presentare le linee guida del semestre italiano davanti al Parlamento Europeo. La «generazione Telemaco» esiste davvero e si sta preparando a conquistare il suo posto nella vita ma non è detto che quel posto sia in Italia. Siamo entrati nel corso di orientamento universitario organizzato dalla Normale di Pisa e ospitato all’Accademia dei Lincei per i migliori cervelli della leva del 1996 e dintorni, quelli che in gran parte il prossimo anno supereranno con lode la maturità. Sono novanta in totale, scelti sulla base dei voti ma anche della regione di appartenenza per offrire quest’opportunità ai ragazzi di tutt’Italia e di un’autodescrizione in mille caratteri. «In questo modo abbiamo capito chi aveva quel guizzo che volevamo», spiega il direttore del corso, Fabio Beltram.
Sono i cervelli migliori, quelli che in gran parte perderemo: dei cinque disposti a farsi intervistare solo una ha detto che vorrebbe restare, gli altri sono stati più netti, hanno precisato che la loro vita è all’estero anche se l’Italia è il Paese più bello del mondo. Sono ragazzi disincantati, privi di confini ma anche di illusioni. Non leggono i giornali perché preferiscono usare il loro tempo libero per prepararsi a superare i test necessari per entrare nelle università straniere. Ma sono informatissimi comunque, e aspettano Renzi al varco se non dovesse mantenere le sue promesse. Come ogni buona generazione-Telemaco deve fare.
flavia amabile