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martedì 8 luglio 2014

La giungla delle Partecipate: nei Comuni oltre 2 mila società con più consiglieri che dipendenti"

LA STAMPA

Economia

“Nei Comuni oltre duemila società

con più consiglieri che dipendenti”

Cottarelli: “Quella delle partecipate è una giungla inesplorata”

Il tono è distaccato, come se temesse di non poter arrivare in fondo. In effetti c’è motivo di essere preoccupati: se è difficile togliere prerogative a 315 senatori, figuriamoci sottrarre potere di spesa a migliaia di lobby locali.

Entro la fine del mese Carlo Cottarelli deve presentare il piano di riduzione della «giungla» delle società partecipare degli enti locali. Sul suo blog le chiama proprio così: «una giungla inesplorata», perché il commissario alla spesa ammette di non avere ancora un quadro chiaro della situazione. «Il dipartimento del Tesoro ne censisce 7.700», eppure non sappiamo quante siano le «scatole cinesi che ne discendono». Inoltre «non tutti gli enti hanno invitato le informazioni». Cottarelli spiega ad esempio che al censimento ha risposto solo la metà delle aziende sanitarie. Il dipartimento delle Pari opportunità, che ha una sua banca dati per monitorare la composizione dei consigli di amministrazione, ne conta diecimila, forse sono di più. Né è semplice capire quanto costino alle casse dello Stato. Quelle censite dal Mef nel 2012 hanno perso 1,2 miliardi. Ma le perdite evidenziate a bilancio «non raccontano tutto: in molti casi non appaiono solo perché l’attività è finanziata con contratti di servizio generosi», ovvero bilanci truccati e tariffe più alte del previsto.

Poiché la questione è grave, Cottarelli la prende dal lato più grottesco. La lista che segue è quella delle società in cui il numero dei consiglieri di amministrazione è superiore ai dipendenti: 665 per la consulenza, 389 per il gas e l’energia, 214 sono società «di servizi», 206 di costruzioni, 214 dedicate genericamente ad «altri settori». In tutto queste partecipate sono 2671. Quasi la metà - ovvero 1213 - non hanno alcun addetto. Non un usciere, non una segretaria, non un funzionario.

Risolvere il problema - ammette l’uomo dei tagli - «non è semplice». La riforma del Titolo quinto ha dato agli enti locali il potere di spendere, non il dovere di rispondere di fronte alla legge per le perdite generate da queste controllate. Finché non ci sarà la riforma costituzionale, l’unica strada possibile è quella di cercare la collaborazione di Comuni e Regioni. Cottarelli indica alcune soluzioni possibili. Parla di «economie di scala», anche se nel trasporto pubblico «non è chiara l’importanza». Per le partecipate strumentali «occorre capire quali siano state inventate con l’esclusivo obiettivo di eludere i vincoli del Patto di stabilità interno dei Comuni». Per intenderci: quante di queste sono nate per permettere ai sindaci di spendere i fondi che la legge gli avrebbe impedito di spendere. In ogni caso «non si vede perché un Comune debba agire in settori in cui non manca l’offerta del settore privato». Cottarelli cita la produzione e vendita del vino, fiori, formaggio, prosciutti, zucchero e surgelati. Per saperne di più ora occorre aspettare la fine del mese. La flessibilità che i tedeschi ci concederanno nei mesi a venire dipenderà molto da riforme come questa.

Al via la garanzia dello Stato per la cessione a banche e intermediari dei crediti vantati da fornitori nei confronti della P.a. Grazie al decreto attuativo del Tesoro lo Stato potrà fornire la garanzia ad operazioni per un ammontare complessivo di oltre 13 miliardi di euro. Una decisa accelerazione per il rimborso complessivo dei i 60 miliardi di arretrato che, se non sarà entro il 21 settembre, dovranno venire saranno smaltiti tutti entro la fine dell’anno, come ha assicurato anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il governo, con tre decreti successivi ha messo a disposizione 56,8 miliardi di euro sui 60,5 stimati nel Def. E sempre con il decreto Irpef ha introdotto un meccanismo di monitoraggio permanente dei debiti della P.A. e dei relativi tempi di pagamento, che si avvale in parte anche della nuova modalità di fatturazione elettronica obbligatoria per chi ha rapporti con diverse amministrazioni dal 6 giugno.

alessandro barbera


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