Esteri
La designer etica
La designer etica
“Se conosci la storia di chi la fa
anche una maglietta vale tanto”
Il sogno di Kavita Parmar nasce da una T-shirt. «Ero una designer di successo, a Madrid. Ma non ero felice. L’industria della moda è una competizione in cui vince chi produce il più velocemente possibile al prezzo più basso. Gli interessi sociali, la manodopera e la qualità artigianale sono completamente ignorati, sfruttati e sottopagati».
Nel 2011, la quasi 40enne designer appassionata di tessuti orientali (la sua famiglia ha antichi legami con la tradizione tessile dell’India) ha inseguito l’ideale di un’industria sostenibile: «Ho voluto provocare i consumatori, spingerli a pensare che possono cambiare il mondo».
Ha fondato una «benefit corporation» che promuove capi d’abbigliamento realizzati in Europa con stoffe artigianali indiane. Mette in contatto l’artigiano e il consumatore in una catena virtuosa che si chiama «Iou Project», una piattaforma online in cui ogni abito venduto è un pezzo unico.
«È completamente rintracciabile il percorso che lo porta sul mercato – spiega la fondatrice –. Se risali alla storia dell’artigiano che l’ha creato, anche una T-shirt ha un alto valore emotivo e simbolico. Nella «Catena della prosperità» di Kavita, artigiano e cliente si conoscono. Anche se abitano a 7.000 chilometri di distanza.
letizia tortello