ebook di Fulvio Romano

martedì 1 luglio 2014

Concordia a Genova entro luglio. I dettagli del viaggio e delle precauzioni ecologiche

LA STAMPA

Italia

Per rimuoverla

battelli antibalene

e pannelli ecologici

Ecco i dettagli del viaggio verso il porto ligure

Un battello con tecnologia biomarina per la dissuasione dei cetacei in modo da evitare per 24 ore qualsiasi pericolo di collisione, il riciclaggio del 90% di arredi e suppellettili di cui una buona parte destinati a usi sociali. Ancora, pannelli che impediscono la dispersione dei liquidi durante i lavori e infine lo svuotamento delle acque di sentina in un bacino dotato di un sistema di depurazione delle acque e delle sostanze reflue che per primo in Italia il porto di Genova ha adottato alla fine degli Anni 90.

Sono alcuni dei punti di forza del piano di trasporto della «Costa Concordia» affidato dalla compagnia di navigazione alla Titan Micoperi con il successivo smaltimento da parte dell’associazione temporanea di imprese formata al 51% da Saipem (gruppo Eni, specializzata in tecnologie ambientali applicate in alti fondali) e al 48 da San Giorgio del Porto e Cantieri Mariotti. Dal momento in cui la «Costa Concordia» attraccherà nel porto di Genova, la proprietà passerà immediatamente all’Ati, che potrà gestire il relitto (tonnellate di acciaio che valgono sul mercato da uno a due euro al chilo).

Le operazioni

Secondo il piano, tra il 10 e il 15 luglio inizieranno le operazioni di sollevamento della nave, che dureranno al massimo una settimana, portando il pescaggio a 18 metri e mezzo: subito dopo la «Concordia» dovrà partire. La navigazione dovrebbe durare dai 4 ai 5 giorni, con previsioni meteo fino a 72-96 ore. Tre gli itinerari previsti, da 180 a 210 miglia, e sarà il comandante del convoglio a stabilire la rotta, a seconda delle condizioni meteomarine. La navigazione è sicura con onde fino a 2,6 metri sul livello medio del mare e le statistiche degli ultimi 50 anni per il Mediterraneo danno altezze d’onda superiori solo nel per cento dei casi. Sono state comunque individuate due zone rifugio in acque italiane, che non sono porti, perché nessun porto ha la profondità adatta.

Il convoglio, preceduto ore prima dal battello che allontana i cetacei, viaggerà alla velocità di due nodi e prevede a prua due rimorchiatori da 120 tonnellate di traino e due a poppa da 50 tonnellate. Il convoglio sarà letteralmente racchiuso a poppa da una ellisse di rete immersa in profondità trainata da due battelli per lato: raccoglierà eventuali materiali dispersi. Intorno alla flottiglia, le motovedette della Capitaneria di Porto allontaneranno le imbarcazioni dei curiosi.

A Genova il relitto verrà ormeggiato all’interno della diga che, a Ponente, si piega ad angolo retto, davanti alla zona di Pra. I fondali sono di 20 metri e il cantiere terrestre dista 500 metri di specchio acqueo protetto.

Lo smaltimento

La nave verrà svuotata grazie a pontoni e all’opera degli uomini della Culmv (i camalli) secondo il Codice Europeo per lo smaltimento dei rifiuti. In 4-6 mesi il pescaggio passerà a 15 metri e mezzo e a questo punto il relitto sarà spostato a Levante, ormeggiato alla banchina attrezzata dell’ex superbacino: qui la «Concordia» scomparirà alla vista, racchiusa in superficie da pannelli e sott’acqua da barriere anti dispersione della Saipem. Sarà tagliata a fette orizzontali, fino a raggiungere il pescaggio di 10 metri che consentirà il trasporto nel bacino 4 delle Riparazioni Navali per lo smantellamento finale: le due fasi richiederanno diciotto mesi.

alessandra pieracci


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