ebook di Fulvio Romano

martedì 10 giugno 2014

Un risultato che rischia di far anticipare le politiche ( M. Sorgi )

LA STAMPA


Italia

Questi risultati

rischiano

di anticipare

le politiche

Se serviva una conferma dell’importanza del sistema elettorale, per valutare gli effettivi rapporti di forza, specie in fase di forte cambiamento, i risultati del ballottaggio l’hanno data. E non perchè la corsa di Renzi ha rallentato o s’è fermata, come è stato osservato a caldo - tra l’altro, pur perdendo Livorno, città simbolo, il centrosinistra aumenta il numero dei comuni conquistati -, piuttosto, perché, con il ritorno al maggioritario, e soprattutto in un ballottaggio, il centrodestra e il Movimento 5 stelle, dati per sconfitti al primo turno, in questo caso sono apparsi competitivi. Se si tornasse a votare per le politiche con un sistema elettorale simile a quello dei comuni, nonché a quello che la Camera ha già approvato, nessuno potrebbe scommettere facilmente su un nuovo trionfo di Renzi.

Anche a motivo che - ed è la seconda novità uscita dal voto di domenica - pur di non far vincere il centrosinistra, gli elettori di centrodestra e quelli grillini sono stati pronti ad allearsi come avevano già fatto più volte i parlamentari dei due schieramenti nell’attuale Parlamento. Ma mentre è possibile, seppur tutt’altro che facile, governare due gruppi parlamentari portandoli verso convergenze occasionali, non era prevedibile che lo stesso potesse verificarsi tra gli elettori, e senza neppure un grande impegno da parte dei leader. Invece è accaduto a Livorno, e non solo lì, e questo vuol dire che il “voto contro”, così come l’astensione, rientra tra le scelte ragionate dell’elettorato, esattamente come nei paesi in cui la democrazia maggioritaria e più radicata, e come era cominciato ad accadere anche in Italia ai tempi del Mattarellum e del voto nei collegi uninominali: se il candidato presentato non era gradito, i cittadini, per punire il partito che l’aveva imposto, votavano per l’avversario.

Valutazioni come queste sono all’ordine del giorno ai vertici dei tre maggiori partiti, che comunque escono stralunati da questa tornata di europee e amministrative. Renzi, di sicuro, ne trarrà motivo per accelerare l’ondata di rinnovamento e di ricambio generazionale all’interno del Pd. I parlamentari di centrosinistra che sentiranno di nuovo il vento della rottamazione cercheranno di fargliela pagare in Parlamento. Dove poi, c’è da scommetterci, Berlusconi e il centrodestra da una parte, e Grillo dalla sua, di favorire la marcia delle riforme avranno poca voglia, e cercheranno di scaricare sul premier l’incapacità di arrivare ai risultati che aveva promesso entro i tempi annunciati.

La verità è che, come già si era avvertito dopo il 25 maggio, e forse ancora di più per via dei risultati variegati delle città, questo voto chiama altre elezioni. Non sarà per l’autunno, ma per la prossima primavera, sono in tanti a pensarci.

Marcello

Sorgi