ebook di Fulvio Romano

domenica 29 giugno 2014

Grazie ad uno sponsor straniero si è ripreso a scavare nella necropoli di Riva ligure (IM)

LA STAMPA

Imperia

Si torna a scavare

nella necropoli

di Riva Ligure

Equipe internazionale al lavoro, visite guidate il 17 luglio

Sponsor è una società inglese di scommesse sportive

Decine, forse centinaia, di tombe nell’area archeologica di Riva Ligure dove sono ripresi i lavori di scavo. A condurli sono il professor Philippe Pergola, decano dell’Università di Aix en Provence, studioso molto stimato in Europa, con il responsabile di cantiere Alessandro Garrisi del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. Con loro una quarantina di archeologi provenienti non solo dall’Italia ma anche da Francia, Spagna e Siria. Con una eccezione. «Una ragazza che non è ancora maggiorenne, studentessa a Imperia - spiega Pergola -. Mi aveva scritto manifestando grande interesse per l’archeologia. Così ho deciso di accettarla nell’équipe che conduce la nuova indagine».

Le operazioni continueranno fino al 17 luglio quando il pomeriggio alle 16 ci sarà una visita del sito libera a tutti e la sera, alle 21, a Riva, saranno illustrati i risultati della campagna. Rispetto alle indagini del passato c’è anche una grande novità. Uno sponsor che, tanto per cambiare, non è italiano ma inglese, Stanleybet. Come dire che, al nostro patrimonio archeologico, sembrano più interessati gli stranieri (vedi quanto accade da altre parti) che gli italiani. Sorpresa maggiore se si pensa che lo sponsor è una società di scommesse sportive. Il Comune di Riva Ligure mette invece a disposizione vitto e alloggio oltre a un sostanzioso finanziamento. Era stato l’allora vicesindaco Anselmo Avena ad adoperarsi per recuperare finanziamenti e avviare gli scavi. Interviene anche la neonata Fondazione Lamboglia.

Nell’area c’è una basilica che si riteneva del periodo tardo romano ed è ora datata del VI secolo che era stata tagliata a metà quando venne costruita l’attuale via Aurelia. Gli scavi del passato, insieme a numerose tombe, avevano riportato alla luce una strada romana e, sotto l’Aurelia, una villa romana. In questo momento sta venendo alla luce un manufatto che presenta varie decorazioni. Poi si procederà ad est. «Ci occuperemo - anticipa Garrisi - del deposito stratigrafico che era stato rilevato fra il 2009 e il 2001. Si tratta di un insediamento compreso fra il IV e il XII secolo».

Di grande interesse anche la strada venuta alla luce, questa sì di epoca romana. Nonostante sia larga sei metri non sarebbe stata, allora, troppo trafficata. Il «grande traffico» sulla Julia Augusta si sarebbe fermato ad Albenga. «L’autostrada di allora - dice Pergola - era il mare. Con le navi si portava molta più merce, e agevolmente, che non con un carro». Di sicuro vicino e prima della chiesa c’era una mansio (stazione di ristoro e per il cambio dei cavalli). Salta all’occhio un altro particolare. Caduto l’Impero romano gli abitanti della zona non dovevano passarsela male o, quanto meno, i ricchi dovevano essere numerosi. Lo testimoniano le tombe a sarcofago presenti. [m. C.]


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