ebook di Fulvio Romano

mercoledì 25 giugno 2014

Ma com’è che il decennio ’68-’78 scompare sempre...?

Non è la prima volta che avviene, ma con la dolorosa scomparsa di Bianca Guidetti Serra ne abbiamo avuto la conferma. Fateci caso. Scompare un uomo o una donna importante per la nostra crescita civile e democratica e sui quotidiani compaiono lunghi articoli che inseriscono il personaggio nel periodo storico, anzi, nella nostra stessa vita. Come è giusto che sia. Come dovrebbe sempre essere. Ma, guarda caso, in genere c’è un “buco” in queste ricostruzioni, un vuoto pneumatico, di oblio non sappiamo quanto voluto o inconscio. Ed è il periodo tra il ’68 e -branca stanga- il ‘78. Tra l’anno degli studenti e il delitto Moro. Un decennio buono, una tranche di vita vissuta fondamentale per quella generazione nata dopo la guerra che (come si soleva dire prima che la storia vera, non quella manipolata da molti media popolari,  fosse cancellata dalla nostra memoria collettiva),  “ha fatto il ’68” e, in definitiva, ha modernizzato un paese che, checché se ne dica oggi, in molti casi e comunque a molti di noi giovani di allora faceva un po’ schifo. Tornando alla biografia di "Bianca la rossa"  riassunta da Papuzzi (che peraltro stimiamo, come uomo e giornalista di grande cultura) su La Stampa di oggi, il periodo suddetto tra il ’68 e il ’78 manca del tutto, obliterato , cancellato, con un unico genericissimo accenno alla sua militanza in “Democrazia proletaria” (ma quanti lettori ancora sanno o hanno mai saputo di questa piccola, minoritaria formazione post ’68?). C’è l’antifascismo, c’è la lotta partigiana, c’è anche  l’indagine sulle schedature della Fiat scoperte da Guariniello... Ma il ’68 e il post ’68 con le lotte di un movimento di massa di giovani senza partito, generosi e non violenti (e poi criminalizzati da una “lotta armata” di gruppi pseudo rivoluzionari le cui reali origini e coperture pian pianino stanno venendo o verranno fuori), no quelli non ci sono. E dire che fu allora che la Guidetti-Serra parlò ad un’intera generazione, con il suo coraggioso schierarsi “anche" con quei giovani, con una sorta di esempio morale e politico che sapeva suggerire grazie alla sua dirittura etica.
F.R.