ebook di Fulvio Romano

giovedì 12 giugno 2014

Mobilità forzata per gli statali.. Il bollo auto lievita

LA STAMPA

Economia

Per gli statali in esubero

il posto fisso diventa mobile

Trasferimenti senza assenso fino a 100 chilometri. Il bollo auto può salire del 12%

Se ci sarà un accordo sindacale sugli esuberi, un dipendente pubblico che vuole conservare il posto di lavoro dovrà cambiare ufficio e anche città, purché entro un arco di ben 100 chilometri. E se il posto “in disponibilità” è considerato eccedente sarà costretto ad accettare anche un demansionamento, ovvero un impiego con qualifica e retribuzione inferiore a quella precedente. Le norme sulla mobilità obbligatoria fanno ancora parte del testo dello schema di decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione che stamani il ministro Marianna Madia presenterà ai sindacati, e domani dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei ministri. Ma a quanto pare, non è andata così per molte delle altre novità annunciate a suo tempo dal governo.

La bozza del provvedimento datata 5 giugno prevedeva 56 articoli (anche uno sui farmaci omeopatici); quella del 7 giugno ne contempla soltanto 26. Ma quel che più conta è che una lettura del nuovo testo fa emergere che dei 44 punti per la riforma contenuti nella lettera spedita dal premier Renzi e dal ministro Madia, alla fine, ben 26 sembrerebbero «saltati». Niente riforma del ruolo unico della dirigenza, e i contratti a termine saranno solo per i dirigenti degli Enti locali. Niente regionalizzazione delle Camere di Commercio. Niente abolizione della Covip e dei segretari comunali. Niente leggi autoapplicative, riforma degli enti di ricerca, centrale unica degli acquisti per le forze di polizia, niente limitazione ai controlli della Ragioneria. Non c’è la riforma dell’Avvocatura dello Stato, e neanche l’accelerazione del processo amministrativo per gli appalti. E altro ancora.

Va detto che sin dall’inizio era stato annunciato dal governo che la riforma della P.a. avrebbe marciato su un decreto e un disegno di legge. Non è escluso che possa così essere varato anche un ddl che contenga le misure per ora accantonata. Ieri è circolata anche la voce che l’asciugatura del decreto sia stata «suggerita» dal presidente della Repubblica, in coerenza con la tradizionale linea del Quirinale sui decreti d’urgenza. Versione smentita dal ministero della P.a., che la definisce pura fantasia, e afferma che non è stato cassato alcun punto dello schema di riforma. I sindacati hanno accolto con favore l’apertura del ministro Madia sulla possibilità di riaprire dal 2015 la contrattazione nel pubblico impiego, dopo anni di blocco. Difficilmente quest’apertura placherà i sindacati, che chiedono l’ingresso di 100mila giovani e devono subire il dimezzamento dei distacchi sindacali dal 1 agosto.

Tornando alle norme sulla mobilità, i dipendenti pubblici potranno essere spostati senza assenso in un posto diverso purché entro 100 chilometri. Entro 50 chilometri le diverse sedi di lavoro sono considerate stessa “unità produttiva”, e quindi lo spostamento può essere deciso automaticamente, mentre tra 50 e 100 km dovrà essere motivato. Per la mobilità volontaria scompare l’obbligo del nulla osta dall’amministrazione di provenienza. Non sarà possibile restare a lavorare nella P.a. dopo l’età di pensionamento oltre il 31 ottobre, e in caso di esuberi e in assenza di criteri condivisi coi sindacati, le amministrazioni possono pensionare “a forza” i dipendenti che maturano il diritto alla pensione entro due anni. Il personale «in disponibilità» (collocato in mobilità a seguito di rilevazioni di eccedenze) possono presentare richiesta di ricollocazione «in via subordinata, in una qualifica o in posizione economica inferiore», per ampliare le occasioni di ricollocazione. Novità anche per il bollo auto. Il governo stabilirà le misure dell’imposta regionale di immatricolazione per tipo, categoria, emissioni e potenza dei veicoli. Gli importi delle tasse auto possono aumentare per il solo 2015 fino a un massimo del 12%.

roebrto giovannini


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