ebook di Fulvio Romano

venerdì 6 giugno 2014

Il Nobel Pissarides: Ma Francoforte ha atteso troppo ad intervenire contro l'austrrity

LA STAMPA

Economia

“Ma Francoforte ha atteso troppo

a riparare i guai dell’austerity”

Il Nobel Pissarides: mi rassicura il fatto che non sia finita qui

Troppo tardi e troppo poco, specie per i Paesi del Sud dell’Europa». Christopher Antoniou Pissarides, Nobel per l’Economia nel 2010, è preoccupato anche dopo l’intervento della Bce, e ribadisce che senza misure energiche non si riuscirà a porre rimedio ai danni dell’austerity. Tuttavia le parole di Draghi lo hanno moderatamente «rassicurato».

Come giudica la manovra della Bce? «Francoforte ha atteso troppo a lungo. E’ importante che le banche centrali mostrino trasparenza e credibilità. La Bce ha da sempre professato che il suo target sui prezzi è «un po’ al di sotto del 2%», l’inflazione è arrivata a cadere sino allo 0,7%, ed l’Eurotower non ha fatto nulla, non si è mossa per tutto questo tempo. A cosa servono allora gli obiettivi sull’inflazione che lei stessa fissa?». Vuol dire che troppa esitazione ha causato danni? «L’inflazione allo 0,7% è una media, ma in realtà alcuni Paesi, specie nel Sud dell’Europa, hanno una deflazione di fatto: una chiara caduta dei prezzi. Ciò è assai negativo per la loro ripresa, e compromette anche gli sforzi per la riduzione del debito pubblico. Tutto questo quando i governi devono fare i conti con politiche e misure di austerità surreali. Mi sembra un comportamento inutilmente nocivo». Se non altro adesso i Paesi periferici potranno riprendere fiato.. «I Paesi periferici avranno benefici con una robusta dose di misure inflattive. Tuttavia, essersi mossi, seppur limitatamente, non può che aiutarli. Rivitalizzare le aspettative sul livello dei prezzi fa bene agli investimenti e all’abbattimento del debito». Allora aveva ragione il Fmi quando bacchettava la Bce sul rischio deflazione? «La deflazione è oggi un rischio reale nell’Eurozona perché la Bce ha procrastinato troppo. Tuttavia mi ha rassicurato l’intervento di Mario Draghi sulla necessità di allontanare i rischi e sul fatto che gli interventi non è detto finiscano qui». La Bce si è liberata dai condizionamenti tedeschi? «Francoforte può sicuramente fare qualcosa per limitare i rischi e creare i presupposti alla ripresa complessiva, se vuole farlo. Nel resto del mondo non vedo reali rischi deflattivi. La Federal Reserve sta attuando politiche anti-deflattive, Africa e Asia crescono con inflazione positiva». Questo il testuale commento di Angela Merkel: «La Bce è indipendente, non commento le decisioni che prende, noi possiamo solo affrontarne le conseguenze». «Mi vuole provocare? Sono reduce dall’Astana Economic Forum durante i quali c’è stata una generale presa di coscienza del fatto che l’Europa sta pagando molto per colpa dell’austerity, che fra le altre cose hanno causato un ritardo nell’attuazione delle riforme strutturali. Voi in Italia ne dovreste sapere qualcosa. L’austerity ha un impatto negativo immediato sull’economia, e non riporta la dovuta competitività che è necessaria per l’Europa. Forse questo a qualcuno fa piacere». A proposito di Europa, il risultato elettorale aiuta o penalizza? «Il voto ha mostrato una crescente disaffezione per l’Europa, il che preoccupa. L’Italia è una piacevole eccezione. L’orgoglio del Vecchio continente è nelle sue radici sociali, l’austerità imposta alla periferia le ha indebolite e ha remato contro l’Unione».Cosa dovrebbe fare l’Italia nel semestre di presidenza? «La priorità è l’unione bancaria e i consolidamenti dei bilanci, anche attraverso l’azzeramento di alcuni debiti periferici. Le banche europee sono troppo concentrate sui rispettivi mercati, ciò non crea quel clima di cooperazione per la crescita che dovrebbe essere alla base dell’Europa».

francesco semprini


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