ebook di Fulvio Romano

venerdì 27 marzo 2015

Rivive la civiltà dei castellari liguri. Pietrabruna, monte Follia.

LA STAMPA

Imperia

ad aquila d’arroscia laboratorio archeologico e ricostruzione di una grotta

La civiltà dei castellari

rivive a Pietrabruna

Al Museo Guasco nuovi allestimenti per gli scavi al Monte Follia 

Piccoli musei crescono nell’entroterra di Imperia, dove è possibile dare uno sguardo alla vita quotidiana di migliaia di anni fa. E’ il caso di Pietrabruna, dove è stato inaugurato un nuovo allestimento legato agli scavi nel sito di Monte Follia, che rappresenta la civiltà dei cosiddetti «castellari», fortezze e abitati difensivi rurali e pastorali, sulle cime dei monti, inattaccabili per i Romani fino alla colonizzazione tarda e faticosa. La vetta risulta occupata, probabilmente in maniera stanziale, già dall’Età del Ferro, tra il IV e III secolo avanti Cristo.

Nei giorni scorsi al Museo intitolato a Giuseppina Guasco in via Capitano Ranise 1 a Pietrabruna (tel. 0103-90200) si è aperta la mostra permanente «Monte Follia, un sito d’altura del Ponente ligure». Sulla vetta sono venute alla luce strutture di contenimento e terrazzamento dell’area, con una base realizzata da grossi pietroni a secco e il materiale di riempimento, consistente in pietre disposte in senso obliquo e verticale, e ceramiche preromane con resti di scorie metalliche che forse consentono di individuare un’officina per la fusione di oggetti di ferro. Interessanti squarci di vita dell’epoca preromana: il vasellame da mensa e da dispensa recuperato permette di conoscere meglio le popolazioni liguri dei «castellari». Quello del Monte Follia è un sito unico nel Ponente come estensione della campagna di scavo. L’allestimento, che si affianca alla sezione etnografica del Museo, espone i risultati delle ricerche archeologiche condotte dall’Istituto internazionale di studi liguri, con la direzione di Daniela Gandolfo Comazzetto e Gabriella Stabile Re. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Pietrabruna, guidato da Miriano Pirero. E’ in programma un opuscolo illustrativo in diverse lingue.

Anche i piccoli Comuni dell’entroterra vanno alla scoperta dei come vivevano i lontani antenati. Un altro esempio arriva dal Museo del territorio della Valle Arroscia nella piazza principale di Aquila d’Arroscia, aperto su prenotazione allo 0183-382057. Propone un «laboratorio archeologico» destinato ai bambini che riporta in epoca preistorica, tornando indietro di 10 mila anni, tra grani, macine di tipo neolitico, lame in pietra e aghi in osso. In questa zona i nostri progenitori abitavano nelle grotte. E il museo accoglie la ricostruzione fedele di una grotta, con oggetti di uso comune nella Preistoria. 

enrico ferrari