ebook di Fulvio Romano

sabato 3 ottobre 2015

un’aula così non ci mancherà

LA STAMPA

Cultura

Già c’erano davvero pochi dubbi sull’opportunità di eliminare il cosiddetto «bicameralismo perfetto», il doppione costituzionale sul quale il sistema politico italiano si è retto dall’avvento della Repubblica. Ma quello che è avvenuto ieri, e non solo ieri, in un’aula che, evidentemente, usurpa l’onore di chiamarsi «Senato», dovrebbe aver spazzato anche i residui scrupoli. 

Se i presunti senatori che abusivamente occupano Palazzo Madama potessero rivedere, come in un vergognoso flash back, i loro comportamenti in queste settimane di altrettanto presunto dibattito sulla riforma costituzionale, dovrebbero decidere un immediato autoscioglimento, l’unico atto di dignità possibile, a questo punto.

Di fronte a una questione che modifica profondamente l’assetto politico del nostro Paese, una questione che avrebbe meritato una alta e profonda riflessione sulle conseguenze di tale fondamentale riforma, il dibattito, chiamiamolo pure così, si è incentrato non sulle nuove funzioni del futuro Senato, ma sul pretesto costituito dal sistema di elezione dei futuri senatori. Un pretesto per una sfida tra renziani e antirenziani all’interno del Pd.

Ma il peggio doveva ancora arrivare. Raggiunto un fumoso compromesso tra maggioranza e minoranza di quel partito, è arrivato lo sberleffo istituzionale del senatore Calderoli che, travisando l’utilità di uno strumento matematico come l’algoritmo, ha sfornato 85 milioni di emendamenti, evidentemente a solo scopo propagandistico. Con il risultato masochistico di umiliare proprio quell’aula di Palazzo Madama di cui, a parole, si fa finta di difendere l’onore e, nei fatti, se ne disprezza l’esistenza e la sua funzione.

Come nei film dell’orrore, in cui il finale riserva il massimo del raccapriccio, ieri, in quell’emiciclo che si dovrebbe conformare agli usi della «gravitas» senatoriale di romana memoria, si è arrivati a una scena da suburra. Un senatore, sempre si fa per dire, che mostra un gesto volgarmente osceno in faccia a una rappresentante del «Movimento 5 stelle», con le prevedibili reazioni, non certo sobriamente indignate, soprattutto della parte femminile dell’assemblea.

E’ probabile che, nonostante tutto quanto avvenuto finora, la riforma venga approvata abolendo il bicameralismo perfetto, sì, ma lasciando in vita il Senato, anche se non si capisce quali dovrebbero essere le sue funzioni e, magari, la sua effettiva utilità per la nostra vita pubblica. Il fantasioso Calderoli, vista la sua dimestichezza con gli algoritmi, dovrebbe però trovarne uno che proponesse almeno la modifica del nome, quello di Senato, un richiamo storico di cui gli attuali frequentatori di quegli scranni non meritano l’eredità. Un emendamento che dovrebbe essere votato all’unanimità. 

Luigi La Spina


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