Italia
Ma il reso può diventare un’impresa
tra spese impreviste e rimborsi parziali
Spesso solo i colossi offrono un sistema semplice
Prezzi più bassi, sconti invoglianti, vastissimi cataloghi e niente code alle casse. Sono le principali spinte che hanno fatto innamorare gli italiani dell’e-commerce. L’idillio però non è ancora del tutto perfetto. Tutto va bene, infatti, fino alla volta in cui la merce consegnata non soddisfa appieno o magari quando è difettata. A quel punto occorre rispedire tutto al mittente e quindi parte una macchinosa trafila che molti preferiscono evitare. Occorre, infatti, impacchettare di nuovo i prodotti per poi spedirli dall’ufficio postale. Prima bisogna però studiarsi bene tutte le condizioni. Insomma tante seccature, tempo perso e rischi di spese in più.
Gli operatori dell’e-commerce sanno che proprio su questo fronte non riusciranno mai a competere con il negozio sotto casa. Per questo hanno iniziato a rendere le restituzioni sempre più facili. Per fare un esempio, il colosso delle vendite Amazon.it manda un corriere direttamente a casa del cliente per il ritiro della merce. I costi sono tutti a carico di Amazon a patto però che la merce sia difettosa o che comunque il ripensamento del cliente avvenga entro un periodo ben definito. Entro i 14 giorni e il cliente non deve neanche dare motivazioni (secondo quanto stabilisce la legge europea sul recesso nell’e-commerce) dopodiché c’è tempo fino al 30° giorno ma con le adeguate spiegazioni. In ogni caso il prodotto deve restare integro (per esempio, i prodotti per l’infanzia devono rimanere sigillati, niente ammaccature o graffi sulle merci o dati nei computer).
La regola della «resa-facile» vale però quasi esclusivamente per gli acquisti effettuati direttamente da Amazon, se invece lo shopping avviene sul suo portale ma è effettuato nel «negozio» di un rivenditore terzo allora la logistica del reso verrà, molto spesso, gestita direttamente da quest’ultimo, con tutte le incognite del caso. «È tra gli operatori più piccoli che si rischiano le brutte sorprese» dice Pietro Giordano, Segretario Adiconsum.
Qualcuno si limita a rimborsare la spesa fatta con buoni d’acquisto. «È una pratica scorretta che il consumatore deve rifiutare» dice Giordano.
Sui tempi da non sforare per il reso merci ogni operatore decide a modo suo. Occorre quindi informarsi di volta in volta per non finire fuori tempo massimo. Amazon concede 30 giorni, Yoox (fashion) si ferma a 14 dalla consegna, Dalani (arredamento) dà 30 giorni per comunicare di aver cambiato idea e altri 14 per inviare la merce, Zalando (fashion) arriva a 100 giorni dalla ricezione.
I grandi gruppi della moda come Yoox e Zalando crescono anche grazie alle politiche di «reso-facile». Alcuni shop del fashion addirittura permettono l’acquisto delle stesse scarpe in due diverse misure per meglio decidere quali comprare.
I grandi negozi di moda online specificano però che la merce deve essere rimandata indietro intatta, con le etichette ancora attaccate. E c’è addirittura l’operatore che suggerisce di provare le scarpe su tappeti morbidi in modo da non rovinare la suola. Un messaggio chiaro a eventuali furbetti dell’e-commerce.