ebook di Fulvio Romano

sabato 10 ottobre 2015

Poste vale fino a 9,8 miliardi

LA STAMPA

Economia

debutto a piazza affari previsto il prossimo 27 ottobre. Al tesoro andranno fino a 3,4 miliardi


Lunedì parte l’offerta per la Borsa, prezzo tra 6 e 7,5 euro per azione

Parte lunedì l’offerta delle azioni di Poste Italiane, che si concluderà il prossimo 22 ottobre con l’obiettivo di debuttare a Piazza Affari il prossimo 27 ottobre. 
Le azioni saranno messe in vendita ad un prezzo compreso tra 6 e 7,5 euro, che equivale ad una valorizzazione del gruppo compresa tra 7,8 e 9,8 miliardi di euro. Se tutto andrà come previsto, nelle casse del Ministero dell’Economia finiranno quindi tra 2,7 e 3,4 miliardi di euro, che consentiranno quasi certamente a Pier Carlo Padoan di centrare o forse di superare l’obiettivo annuale di incasso dalle privatizzazioni. Obiettivo, spiega una nota del Tesoro, che «rientra nella stagione di riforme che il Governo sta attuando e rappresenta un ulteriore segnale ai mercati di un significativo cambiamento in atto».
Arrivato ieri l’ultimo via libera di Consob con il sì al prospetto informativo, e confermate le indiscrezioni degli ultimi giorni, il Tesoro realizzerà così «il collocamento che rappresenta dopo 16 anni la prima quotazione di una società direttamente controllata».
Sul mercato andrà fino ad un massimo del 34,7% del capitale che salirà al 38,2% (498,3 milioni di azioni) se il Tesoro eserciterà integralmente l’opzione greenshoe prevista. 
È prevista una tranche riservata ai dipendenti, ai quali sarà riservata anche una «bonus share» ogni 10 azioni detenute per almeno un anno. Un’azione in premio (ma in questo caso ogni venti possedute) è prevista anche per gli altri azionisti che terranno le azioni sempre per almeno un anno. Un meccanismo che di fatto rappresenterà un premio rispettivamente del 10% e del 5%. Ad incentivare ulteriormente gli investitori concorre la politica dei dividendi fissata dal Cda del gruppo guidato dall’ad Francesco Caio: il consiglio di amministrazione ha deciso che proporrà all’assemblea degli azionisti, alla chiusura degli esercizi 2015 e 2016, «la distribuzione di una percentuale non inferiore all’80% dell’utile netto consolidato di periodo di pertinenza del gruppo». 
Investitori istituzionali
Della quota di azioni che andrà sul mercato il 70% è riservato a investitori istituzionali. Il restante 30% è per il mercato retail (per i lotti sono previste tre diverse opzioni: il lotto minimo da 500 azioni, un intermedio da 2mila azioni, un maggiorato da 5mila azioni), compresa una tranche di 14,9 milioni di azioni che saranno riservate ai dipendenti (ad ognuno saranno garantiti due lotti da 50 azioni l’uno, e per l’acquisto potranno richiedere l’utilizzo del Tfr).
Il modello di privatizzazione definito, garantisce il Tesoro, «assicurerà la presenza di un azionariato diffuso e la stabilità dell’assetto azionario, anche tenendo conto del servizio di pubblica utilità che Poste Italiane svolge e dei piani di investimento, sviluppo e innovazione digitale che l’Azienda ha avviato».
Poste- che per l’operazione di quotazione è assistita da Rothschild, mentre il Tesoro ha come consulente Lazard - ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi per 13,8 miliardi. Il gruppo conta 142 mila dipendenti e 13 mila uffici postali. Il gruppo gestisce 469 miliardi di euro di risparmio.
gianluca paolucci