ebook di Fulvio Romano

giovedì 15 ottobre 2015

L’invasione delle cimici asiatiche Danni a piante e fastidio all’uomo

LA STAMPA

Cuneo


Mai come quest’anno ci troviamo a fronteggiare l’arrivo delle cimici presso le nostre abitazioni. Il principale responsabile di quest’invasione è un insetto detto «cimice asiatica» (Halyomorpha halys), che è arrivata in Europa accidentalmente già 7/8 anni fa, ma in Italia, segnalata per la prima volta nel 2012, si è poi diffusa gradatamente, sino a pullulare quest’anno, complice un favorevole andamento stagionale, con inverno mite ed estate costantemente calda. 

Questa cimice, che non ha niente a che fare con le vere e proprie cimici parassite, pericolose per l’uomo, durante l’estate vive a spese delle coltivazioni pungendone i tessuti e, con l’arrivo dei primi freddi, si assembra in decine di individui presso gli edifici, per ricercare anfratti ed intercapedini dove trascorrere l’inverno in una sorta di letargo. Ovviamente è in buona compagnia con le cimici nostrane e tutti gli altri insetti che svernano allo stadio di adulto o di quello prossimo alla metamorfosi primaverile. 

Entrano in casa

Oltre a sottotetti e abbaini, anche i telai di finestre, porte e zanzariere presentano le caratteristiche ideali per infilarcisi dentro. Le quotidiane aperture o fessurazioni abbondanti provocano l’ingresso nelle case con il fastidioso girovagare o, peggio, odori sgradevoli o il semplice senso di ribrezzo. 

Il contenimento delle cimici è molto difficile. I prodotti naturali a base di piretro o contenenti sostanze repellenti hanno un’efficacia minima anche dovuta alla scarsa persistenza. Idem per la schiera di insetticidi a base di piretroidi ad eccezione dell’etofenprox, sebbene il suo utilizzo risolva solo parzialmente il problema. A parità di sostanza attiva, le formulazioni microincapsulate permangono qualche giorno in più. 

La lotta manuale ha senso solo con popolazioni basse, ma quest’anno manifesta il suo limite anche perché lo spostamento delle cimici verso le case dura almeno un mese. Sigillare i telai è un rimedio valido quando possibile, tuttavia pregiudica la microaerazione naturale degli ambienti, che va comunque fatta quotidianamente aprendo le finestre onde evitare la formazione di umidità negli angoli dei locali e per motivi banalmente igienici.

Davide Mondino*


Level Triple-A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0           Copyright 2015 La Stampa           Bobby WorldWide Approved AAA