Imperia
I DATI LIGURI E l’allarme di italia nostra per la delibera regionale che aumenta le aree dove si può costruire
È San Lorenzo la località più “cementificata”
Secondo l’Ispra ha il 35,5% di territorio edificato, segue Vallecrosia con il 29,1%. Sanremo come Genova: il 20%
Si è costruito in eccesso in Liguria? Lo denunciano gli ambientalisti, lo rivelano i tecnici del territorio. Il poco invidiabile record regionale di «suolo cementificato» appartiene a San Lorenzo al Mare, con il 35,3 per cento. A Vallecrosia siamo al 29,1%, poco più sotto c’è Diano Marina con il 28,1% (non a caso negli ultimi tempi Procura e polizia municipale hanno dichiarato guerra agli abusi edilizi indagando oltre 50 persone che avevano edificato nella zona di Capo Berta), mentre Bordighera si attesta sul 25,5%. Segue Sanremo, appaiata a Genova, con una percentuale del 20%.
Questi dati sono stati forniti da Alessandro Trigila, responsabile dell’inventario fenomeni franosi dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Dati che confermerebbero quanto andava scrivendo Indro Montanelli, che amava la Liguria: «Da Bocca di Magra al confine francese, per trecento chilometri, è un bagnasciuga di cemento».
Questa situazione che pone la Liguria e la Riviera tra le zone più a rischio in quanto a catastrofi alluvionali, potrebbe aggravarsi, sempre secondo i difensori dell’ambiente, con il nuovo Piano Casa preparato dalla giunta regionale governata da Giovanni Toti, considerato più lassista di quello studiato dal suo predecessore Burlando. La delibera aumenta le aree edificabili. In più: i sindaci non possono opporsi alle nuove norme; dalle deroghe non sono più esclusi gli abusi condonati; ci possono essere ampliamenti nelle aree dei parchi. La sezione di Imperia-Ventimiglia di Italia Nostra, è subito intervenuta per bocca del segretario Maurizio Fusco: «C’è stupore e sconcerto nell’apprendere che il Piano Casa restringe i confini delle zone protette e allarga quelli del cemento. Non ci sembra valida giustificazione menzionare gli errori passati per commetterne altri di entità - così dicono - inferiore. Non c’è stato alcun nostro plauso alla dilagante cementificazione precedente, anzi; nè ci può essere neppure oggi, considerato che ai danni trascorsi, con “spirito innovativo” si aggiungono altri danni. Questo estremo lembo di Liguria non è stata risparmiata dalle conseguenze soprattutto sulla costa, ma anche nell’entroterra».
Ancora Fusco: «Il futuro, con i probabili effetti negativi di variazioni climatiche (le inondazioni di questo inizio di ottobre nella vicina Francia sono un’allerta) dovrebbe promuovere un recupero un recupero degli eccessi trascorsi, non un aggravamento. E la nostra provincia ha subìto parecchie ferite in un recente passato. Si rifletta che molto è stato perso: la costa in gran parte è divisa tra il cemento dei porticcioli e abitazioni di scarso valore architettonico. E l’assalto continua come, se non peggio, si verifica in altre zone della Penisola: da Vipiteno all’estremo Sud vengono cementificati ogni giorno 161 ettari di terreno, pari, per capirsi, a 251 campi da calcio. Ci aspettiamo che il nostro sconcerto sia preso per la ”solita indignazione degli ambientalisti”. Disse Seneca: “Sa indignarsi chi è capace di speranza”».