LA STAMPA
Economia
Luigi Bobba
“Va rilanciata la domanda
e serve una svolta nell’Ue”
Sottosegretario Bobba, come commenta le parole tanto forti del Presidente Napolitano? «Credo che chiunque abbia oggi una responsabilità pubblica deve fare di tutto per porre mano al problema del lavoro e in particolare dei giovani. Il richiamo del Capo dello Stato è necessario e doveroso. E credo che il lavoro sia punto su cui valutare il successo del programma del governo». Però per adesso i numeri non sembrano confortarvi. La disoccupazione è altissima, il «bonus giovani» non ha funzionato, «Garanzia Giovani» tratta numeri molto modesti... «”Bonus giovani” è un provvedimento di un altro governo. Sicuramente 22.000 assunti su 100mila previsti non è un risultato incoraggiante. Bisogna pensare a una modifica del provvedimento, consentendo di beneficiarne anche alle aziende che sostituiscono personale in pensione con giovani. Oggi le imprese hanno bisogno di forza lavoro più “fresca”: anche se non accrescono gli organici, assumendo giovani possono migliorare le loro performance. Con il ministro Poletti si sta ragionando se quella norma debba essere corretta». E «Garanzia Giovani»? «Penso che sia troppo presto per tirare conclusioni, il programma è partito meno di due mesi fa. Ci sono 110.000 iscritti al portale del Ministero e delle Regioni e 5000 offerte di lavoro. Per fare un primo bilancio è giusto aspettare almeno sei mesi. In ogni caso, finalmente abbiamo costruito una struttura informativa che il nostro paese non ha mai avuto». In ogni caso, con 3,2 milioni di disoccupati e 4,4 milioni di giovani inattivi non le pare che sia come svuotare il mare con un secchiello? Non servirebbe qualcosa di più impegnativo, per dare risultati più forti? «Questo è vero, ma l’azione del governo non si limita a questo. Vogliamo far ripartire la domanda interna, ed ecco gli 80 euro; diminuire la pressione fiscale sulle imprese, ed ecco il taglio di Irap e costo dell’energia. Poi ci sono i programmi specifici, come i fondi per la ristrutturazione delle scuole e il dissesto idrogeologico. E altre misure che mirano a rimettere in moto l’economia. Ma serve un cambio di rotta dell’Europa. E non a caso il lavoro è il tema centrale del semestre di presidenza italiana dell’Ue. Speriamo di portare a casa misure in grado di aggredire in modo forte questo problema, che riguarda tutta l’Europa». [R. GI.]