ebook di Fulvio Romano

martedì 15 luglio 2014

Ci consoliamo con Nibali

LA STAMPA

Sport

A PLANCHE DES BELLES FILLES 2° successo di tappa per l’italiano

Solo

al

comando

Straordinario Nibali, vince in salita e torna leader

Il Tour è nelle sue mani: si ritira anche Contador

Al Tour è successo di nuovo di tutto: Contador costretto al ritiro per una caduta, come era già successo cinque giorni prima a Froome; il sorprendente leader francese Gallopin scoppiato sulle salite e subito detronizzato; il portoghese Machado, 3° in classifica, finito lui pure fuori strada e anche fuori corsa; Scarponi ruzzolato in un fosso dopo un salto mortale con la bici; ma soprattutto Vincenzo Nibali dominatore di una tappa durissima e da ieri di nuovo in giallo.

La 10a frazione, con 7 gran premi della montagna e traguardo in quota a Planche des Belles Filles, era stata cerchiata di rosso come la seconda più impegnativa di tutto il Tour. Ma pochi avrebbero immaginato verdetti tanto netti e in parte inappellabili. «Mi dispiace per Alberto - ha subito detto Nibali dopo il trionfo, riferendosi alla caduta di Contador, il caso della giornata -. Insieme avremmo potuto dare spettacolo». Lo spagnolo è caduto a 60 km orari lungo la discesa dal Petit Ballon, dopo circa 60 chilometri di corsa, procurandosi escoriazioni varie e una profonda ferita al ginocchio destro. Dopo le prime cure, è risalito in bici e ha provato per un po’ a proseguire, inutilmente. Dopo Froome, il Tour perde l’altro favorito della vigilia, spianando la strada a Nibali che qualcuno ieri ha accusato di scarso fair play quando, pochi minuti dopo la caduta di Contador, ha messo la squadra a tirare per recuperare su Kwiatkowski, il più pericoloso nella ventina di fuggitivi che in quel momento avevano oltre 4’ di vantaggio. «È vero il contrario - ha sottolineato il capitano dell’Astana -. Ho parlato con Porte (leader del team Sky, ndr) e insieme abbiamo deciso quasi di fermarci per aspettare Alberto. Dopo alcuni minuti, però, non potevamo lasciare andare la fuga». Nella quale, va detto, in quel momento Kwiatkowski era diventato maglia gialla virtuale. Dunque il fair play c’è stato e se mai ha costretto Nibali e compagni a un inseguimento ancora più gravoso, conclusosi però in modo trionfale. La svolta a 3 chilometri dal traguardo, sull’ultima salita, quando Nibali è partito da solo, è andato a riprendere uno dopo l’altro i pochi superstiti dei fuggitivi della prima ora - fra cui Kwiatkowski - e ha vinto in solitudine, come aveva fatto nella 2a tappa a Sheffield, questa volta succhiandosi il pollice destro poco prima del traguardo. «È per la mia bimba, che ogni sera mi aspetta curiosa davanti alla tv».

L’ultima vittoria in salita di un italiano al Tour con conquista della maglia gialla risaliva a Marco Pantani, alle Deux Alpes nel 1998. E il Pirata restò poi leader fino a Parigi. Per Nibali è ancora lunga, ma incidenti a parte - Froome e Contador insegnano - non si vede chi possa minacciare il campione italiano sulle Alpi (questo weekend), sui Pirenei (la prossima settimana) o nella crono della penultima tappa (sabato 26 luglio). L’australiano Porte (2° a 2’23”) e lo spagnolo Valverde (3° a 2’47”) non valgono il siciliano né in salita né contro il tempo, così come il terzetto di francesi Bardet-Gallopin-Pinot (tutti oltre i 3’ di ritardo) o l’americano Van Garderen (7° a quasi 4’). «Calma, è ancora lunga», si è schermito Nibali. Che dopo aver già vinto Vuelta e Giro può ora diventare il 6° corridore della storia (dopo Anquetil, Gimondi, Merckx, Hinault e Contador) a conquistare tutti e tre i Grandi Giri.

GIORGIO VIBERTI