ebook di Fulvio Romano

martedì 15 luglio 2014

Anziani e coppie con figli: l'Italia che non ce la fa

LA STAMPA

Economia

Anziani e coppie con figli

Ecco l’Italia che non ce la fa

L’Istat: 10 milioni di poveri nel 2013, record al Sud

La povertà ha il rumore della tessera sputata fuori dal bancomat, racconta Guido, torinese, 48 anni. «Operazione rifiutata», perché il conto è vuoto. Prima sei un rappresentante: ufficio, macchina, smartphone. Dopo ti ritrovi mescolato con quelli che vedevi mentre andavi al lavoro: in coda per un pasto alla mensa.

Quel rumore, l’anno scorso, l’hanno sentito 1 milione e 206 mila italiani. Sono gli indigenti, quelli che, secondo l’Istat, non riescono «ad acquistare beni e servizi considerati essenziali a uno standard di vita minimamente soddisfacente». Spiega l’istituto di statistica che l’incidenza di povertà assoluta è aumentata dal 6,8% al 7,9%: 303 mila famiglie che, semplicemente, hanno smesso di farcela. È il valore più alto dal 2005, quando sono iniziate le rilevazioni.

Il Sud in crisi

La crisi sbrana soprattutto nel Mezzogiorno, dove il numero delle persone in stato di povertà assoluta nel corso del 2013 è salito di 725 mila unità, toccando quota 3 milioni e 72 mila. La metà sono bambini e ragazzi. Raffaella Milano, direttore di Save the Children, parla di «dati estremamente allarmanti». Nel Sud Italia, in particolare in Sicilia e Calabria, l’incidenza è salita dal 9,8% al 12,6%, contribuendo in larga parte alla crescita dell’indicatore nazionale.

Le famiglie in difficoltà

La povertà assoluta è in aumento soprattutto tra le famiglie con tre (dal 6,6 all’8,3%), quattro (dall’8,3 all’11,8%) e cinque o più componenti (dal 17,2 al 22,1%). Peggiora, e non è una sorpresa, la condizione delle coppie con figli: dal 5,9 al 7,5% se il figlio è uno solo, dal 7,8 al 10,9% se sono due e dal 16,2 al 21,3% se sono almeno tre. A pagare il prezzo più alto sono i nuclei familiari in cui l’istruzione è medio-bassa. «I numeri dell’Istat fotografano una catastrofe sociale vera e propria, una crisi che miete vittime come fa una guerra, ma senza guerra», dice Giuseppe De Marzo, responsabile nazionale della campagna Miseria Ladra, promossa da Libera e Gruppo Abele, che chiede «alla politica di uscire dai tatticismi e guardare a quelle che sono le priorità del Paese».

Sotto la media

Come ogni anno l’Istat fotografa anche gli italiani che vivono in condizione di povertà relativa, ovvero quelli che in un mese spendono meno di 972,52 euro, la media del Paese. Nel 2013 questo esercito è cresciuto di 485 mila persone e ha sfondato quota 10 milioni. Il tasso più alto, 32,5%, è in Sicilia. Percentuali poco confortanti anche in Calabria (32,4%), Sardegna (24,8%), Campania (23,1%) e Puglia (23,9%). «La situazione è drammatica - racconta il direttore della Caritas diocesana di Reggio Calabria, don Nino Pagallo -. Ora ci stiamo organizzando con un emporio perché le persone vengono sempre di più a chiederci persino un bisogno che sembrava scomparso come il cibo. Quello che manca sono ormai i generi di prima necessità. Le famiglie fanno fatica, le difficoltà sono tante, anche per pagare le bollette di luce, gas, acqua».

La terza età

Stanno peggio anche gli anziani, soprattutto se vivono con un altro anziano: nel 2013 gli indigenti assoluti tra gli ultra-sessantacinquenni sono il 7% della popolazione di riferimento, 888 mila persone, contro il 5,8% dell’anno precedente.

Giuseppe bottero