Tipico della maleducazione che impera ormai anche a Cuneo: sono nel torto non quelli che abusano delle norme civiche e della normale educazione, ma quelli che protestano. I vecchi, naturalmente, che impediscono ai giovani di fare i giovani... e cioè i cafoni.
Il vero problema è tuttavia quello della pessima gestione che si fa della piazza. Definita quando fa comodo "una delle più belle piazze d'Italia", da molti anni ormai (ha ragione Gianmaria Dalmasso che lo ricorda su Cuneo Sette) viene gestita come nemmeno ormai in un paese di periferia avviene. Bassi profili, organizzazioni approssimative, provincialismo pervicace e profuso a piene mani, concessione ai soliti noti, mancanza di un progetto culturale o ludico significativo per la città. Basti fare l'esempio della gestione culturale del settore "cibo ed alimenti"... In una provincia dove è nato SlowFood e dove esiste l'unica università dedicata alla gastronomia si tengono fieracce da strapaese, spacciate come eventi folkloristici o gastronomici, in condizioni igieniche che non sarebbero ammesse in nessun ristorante o chiosco ( ne sa qualcosa il sottoscritto che ha fatto per dieci anni il preside degli istituti alberghieri di Mondovì, Dronero e Barge e che faceva rispettare rigorosamente l'HACCP) e che invece lì - a quanto ho visto- nessuno controlla. E poi, nessuna cultura del cibo, nessun riferimento al mondo occitano (di cui Cuneo non ha mai voluto essere la "capitale" forse perché qualcuno ancora non ama i "barbèt), nessun accenno alla rivoluzione che in questi anni è avvenuta nel settore. E dire che Bra e Pollenzo distano da Cuneo poco più di mezz'ora di auto!
La svolta verso questo sconquasso è avvenuta con la giunta Rostagno, che in poco tempo negò ed abolì quanto di buono in questa direzione (ed anche in altre) aveva fatto (l'allora) sindaco democristiano Menardi che fu uno dei pochi ad avere idee chiare e contemporanee su cosa doveva diventare Cuneo, sia sotto il profilo della crircolazione delle auto , delle isole pedonali che dell'uso -appunto- della piazza. Ne è nato un pot-pourri di gestione paesan-populare-parrocchiale che , si spera, l'attuale Giunta decida di voler ridiscutere riflettendo sul più corretto uso di questa splendida piazza che il suo creatore certamente non immaginava potesse fare questa fine.
F.R.