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mercoledì 24 luglio 2013

PD e PDL "costretti" a rendere libero il WI-FI, ma tagliano la banda larga...

Da La Stampa


Agenda Digitale

Il Wi-Fi pubblico torna libero. Tagliati i fondi alla banda larga

Il Wi-Fi torna libero. Dopo le roventi polemiche seguite all’emendamento al dl «Fare» che ne aveva di fatto bloccato la liberalizzazione, a metterci una pezza c’hanno pensato le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera che, dopo aver «riesaminato» il provvedimento rinviato dall’Aula, hanno cambiato diametralmente rotta. Con un nuovo emendamento per effetto del quale «l’offerta di accesso alla rete Internet al pubblico tramite tecnologia Wi-Fi non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori. Quando l’offerta di accesso non costituisce l’attività commerciale prevalente del gestore del servizio». Come ad esempio, nel caso degli Internet point.

Ma proprio nella stessa seduta in cui è arrivato il semaforo verde al Wi-Fi libero, le commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera hanno riscontrato problemi di copertura finanziaria nel dl «Fare». Risultato: anche la banda larga è finita nell’elenco delle voci che hanno subito una sforbiciata per recuperare i circa 20 milioni (sui 150 stanziati per l’Agenda digitale con il decreto «Crescita 2.0», ndr) necessari per garantire, invece, i fondi destinati alle tv locali. Una scelta che rischia di mettere in crisi l’obiettivo di eliminare il «digital divide» entro il 2014, ricorrendo ad investimenti pubblici, per mettere tutti gli italiani del Centro-Nord in condizione di navigare su Internet ad almeno 2 Megabit.

Un traguardo che, a meno di modifiche al testo del decreto nel prossimo passaggio al Senato (a Montecitorio è stata posta la fiducia), sarà rinviato a data da destinarsi. Resta invece salvo lo stanziamento di 100 milioni per finanziare i bandi per le regioni del Sud, dove il ministero ha già avviato le prime gare per la banda ultralarga (dai 30 ai 100 Megabit) a cominciare dalla Campania. Se gli effetti negativi del taglio dei fondi si faranno sentire, quindi, nelle regioni del Centro-Nord, Lombardia, Marche e provincia di Trento, che si sono mosse con dovuto anticipo, dovrebbero comunque essere al riparo.

E mentre il Partito democratico, con Marco Meloni, rivendica la scongiurata «retromarcia sulla liberalizzazione del Wi-Fi», Sergio Boccadutri di Sel annuncia un «ordine del giorno che impegna il governo a ripristinare i fondi» per il Piano nazionale sulla banda larga, «spariti» dal decreto per una «svista» dell’esecutivo e della «strana maggioranza». E anche Stefano Quintarelli di Scelta civica boccia la scelta di dirottare le risorse verso le tv locali: «Se così fosse ci troveremmo davanti a un grave errore di prospettiva».

ANTONIO PITONI


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