ebook di Fulvio Romano

venerdì 26 luglio 2013

Questo Garzón ci ricorda qualcuno...

LA STAMPA

Esteri

Macchinista indagato: «Vado a 200 all’ora»

Si vantava su Facebook delle sue bravate di pilota. Ora urla “voglio morire”

Da ieri Francisco José Garzón Amo è l’uomo più maledetto di Spagna. È lui il macchinista al comando dell’Alvia 04155 che alle 20.42 di mercoledì è deragliato a 4 km da Santiago di Compostela provocando, finora, 80 morti e 168 feriti, di cui 35 gravi.

Il presidente delle ferrovie statali Renfe, Julio Gómez-Pomer Rodríguez, ha cercato di difendere la professionalità di questo 52enne registrato al compartimento di La Coruña: «È un ferroviere con una provata esperienza alla guida e già da un anno operava sulla stessa linea». Ma il suo profilo Facebook racconta tutta un’altra storia.

Già prima dello schianto contro il muro alto 5 metri della curva della strage, Garzón, con una incoscienza che gela il sangue nelle vene, ammetteva ai colleghi del centro di controllo di Santiago l’azzardo spericolato in un punto in cui la velocità massima permessa è 80 km all’ora: «Vado a 190 km». Poi, mentre era intrappolato nella cabina motrice con lesioni alle spalle e alle costole, aggiungeva:«Siamo umani, siamo umani. Spero che non ci siano morti perché ricadrebbero tutti sulla mia coscienza». Una ragazza scampata al disastro ha anche raccontato al tg della statale «Tve-1», che l’uomo urlava «voglio morire, voglio morire». Ciò che ha sconvolto però un Paese in lacrime per la tragedia, è stata la divulgazione di alcuni suoi messaggi postati su Facebook un anno fa. L’8 marzo 2012, mostrando una foto del contachilometri con la lancetta fissa sui 200 km orari, il macchinista rispondeva scherzosamente al collega José Fernández che gli consigliava di frenare: «Sono al massimo, non posso correre di più altrimenti mi danno una multa». Fernández, preoccupato: «Caramba, vai a 200». E lui: «Si, ed il contachilometri non è truccato». Il culmine poi, all’osservazione di Fernádez sulla Guardia Civil che avrebbe potuto togliergli tutti i punti della patente: «Che goduria sarebbe guidare a fianco della Guardia Civil e sorpassarla facendo andare in tilt il suo radar. Immaginati che multa salata per Renfe».

Il macchinista aveva una vera e propria passione per l’alta velocità. Sempre su Facebook si trovano alcune sue foto con il contachilometri sui 250 km orari. Ieri però, il day after, non si è fatto vedere sui social network che si rimbalzavano le sue sparate nell’indignazione di tutta la Spagna. Il gip che sta seguendo il caso il caso ha messo sotto sequestro l’account. Le cose si stanno mettendo male per questo gradasso dell’Alta Velocità, anche se fonti di assoluta affidabilità suggeriscono di non dare troppo peso alle spacconate sbandierate su Facebook.

Garzón al momento è piantonato all’ospedale dove è ancora ricoverato. Finora non è emerso nulla che spieghi davvero perché corresse tanto. I test sull’alcol e sulla droga, a cui è stato sottoposto subito dopo l’incidente, hanno dato risultati negativi. Un giornale online azzarda l’ipotesi che per 5 minuti di ritardo il macchinista rischiasse di perdere il plus di puntualità. Avrebbe dunque commesso una strage per un premio di pochi euro?

Gian Antonio Orighi


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