ebook di Fulvio Romano

mercoledì 25 novembre 2015

Palme e orti con vista mare restaurato il Beodo di Monet

LA STAMPA

Imperia

bordighera, Spesa di SETTECENTOmila euro per il progetto


Messa in sicurezza la zona dipinta dal maestro. Un’illuminazione particolare

Le palme svettano a ciuffi lungo il percorso: rappresentano ancora il cuore del vallone del Sasso tanto amato da Monet e da Nestel mentre la collina digrada verso il mare tra le macchie colorate di mimosa e ginestra. Poco importa se l’antico acquedotto del Beodo non sia più il principale fornitore della città, perché il suo fascino è immutato. E da oggi si ripropone in tutta la sua bellezza.
Settecentomila euro di spesa, affrontati dal Comune grazie ad un finanziamento europeo hanno restituito al pubblico il 70% di una delle passeggiate più amate e caratteristiche che si snoda dal centro storico di Bordighera alle pendici di Sasso. Comune pronto ad accedere a nuovi bandi europei per ultimare l’opera progettata dallo studio genovese Roberto Burlando e attuata dall’impresa Masala di Camporosso. Un progetto generale (oltre un milione e mezzo di costi previsti) nel quale rientra il risanamento (già effettuato) dei giardini di Lodovico Winter riaperti al pubblico mesi fa in diretto collegamento al vallone del Sasso. Giardini realizzati dallo storico botanico tedesco come il parco Hanbury a Ventimiglia. Il percorso pedonale, realizzato in asfalto trasparente che presto lascerà emergere il porfido rosso e la pietra della Turbie, si snoda in mezzo alle campagne ed agli orti spaziando su una vista mozzafiato che abbraccia tutta la costa di Ponente. Ai piedi dei muraglioni in pietra a vista e dei ponti, risanati utilizzando massi antichi è stato creato un deposito di ghiaia che prosegue per tutta la passeggiata in modo da impedire che l’acqua piovana durante i nubifragi si accumuli in fretta creando disagi alle case sottostanti. «Tutti gli interventi attuati – confermano lo stesso sindaco Giacomo Pallanca e gli assessori Massimiliano Bassi e Margherita Mariella – sono stati mirati soprattutto alla messa in sicurezza dell’intera area». Molti erano, infatti, i versanti a rischio frane, come ha spiegato il progettista ribadendo «quanto sia stata minuziosa l’opera per l’assetto idrogeologico». Ma il fascino del Beodo è accentuato dal fatto che il percorso, punteggiato da giganteschi esemplari di piante grasse, sia stato illuminato per la prima volta: nessun lampione, striderebbe con la tradizione e la storia dei luoghi, prettamente terreni agricoli. Ma diversi punti luce, collocati a terra e nella prima galleria situata a monte del paese alto. Luce soffusa che crea un’atmosfera particolare, voluta anche per gli spazi angusti nei quali è ancora ben visibile lo scorrere dell’acqua. Gli stessi scorci che incantarono Monet.
loredana demer