ebook di Fulvio Romano

sabato 7 novembre 2015

Gli olivi vegliardi del Ponente

LA STAMPA

Imperia

NELL’imperiese LA «CACCIA» Agli esemplari più longevi. LE PIANTE di poggio e costa carnara

A Cantalupo l’orgoglio

di un olivo da record

In un terreno dell’ex amministratore Paglieri c’è un albero del 1300

In Riviera si scatena la «caccia» all’olivo più antico. Dopo la segnalazione di una pianta che ha attraversato molte epoche storiche a Seborga, anche Imperia rivendica la paternità di un albero da record. È Rinaldo Paglieri, ex amministratore comunale e presidente della sezione Anpi di Porto Maurizio, a ricordare con orgoglio un antico olivo, di qualità taggiasca, all’interno di un terreno di sua proprietà a Cantalupo, frazione imperiese, lungo l’antico percorso pedonale che collegava gli insediamenti abitati della costa al Santuario di Montegrazie e alla Via del sale. E’ di gran lunga antecedente al XIV secolo.

Dice Paglieri: «E’ costituito da due tronchi imponenti che si dipartono dallo stesso ceppo. Nel vecchio catasto era identificato con un numero di particella tutto per sé ed era descritto come “alberone” in riferimento alle dimensioni imponenti e alla vetustà. Nelle annate favorevoli degli anni ’60 produceva decine di quarte di olive e l’oliveto adiacente, per il valore aggiunto dovuto all’antico albero, era denominato la “fascia delle mille lire”. Lo storico imperiese Lucetto Ramella, nel libro “Petali d’articiocca”, lo indica come il più vecchio ulivo di Liguria. Ritengo che sia difficile fare una graduatoria in tal senso: certamente è uno dei più vecchi della regione». 

Da un’analisi del territorio circostante si può ritenere che ha avuto nel tempo la funzione di identificare un antico percorso pedonale, quando prima del XIV secolo la coltura dell’olivo rappresentava un valore di secondaria importanza nell’economia del Ponente rispetto alla viticoltura e alla coltivazione dei cereali. Lo storico Rebaudo, nella pubblicazione «L’Ulivo» del 1974, indica il territorio di Cantalupo come la zona dove possono essere stati piantumati i primi alberi di olive, portati qui dai Benedettini. Rileva inoltre che «alcuni studiosi della etnologia ligure, sostengono addirittura che l’ulivo sia comparso nella nostra regione e precisamente a Cantalupo di Caramagna, nell’entroterra di Porto Maurizio, nei primissimi anni del nono secolo».

In Liguria sono oltre cento gli «alberi monumentali» censiti dalla Regione: l’elenco è visibile sul web al sito www.agriligurianet.it. Qui viene ricordato l’olivo di Villa Minerva in frazione Poggio, a Sanremo, con un’età stimata in 800 anni e il diametro del fusto che raggiunge i 5 metri e mezzo. Si narra che, a causa delle sue dimensioni imponenti, prima della costruzione del faro di Capo Verde venisse usato come punto di riferimento per le imbarcazioni di passaggio. Altro «primatista» è l’olivo in località Nufian, in frazione Costa Carnara a Dolcedo: 400 anni.

Ma l’olivo più antico del mondo quanti anni ha? A Luras in Sardegna ne è stato segnalato uno di 4 mila, a Palombara Sabina nel Lazio uno di 3 mila. Quello di Vernole, in Puglia, soprannominato «La Regina» e dedicato a Michelle Obama, ne ha 1400 e una circonferenza alla base di 14 metri. Veri vegliardi.

enrico ferrari


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