Economia
I metri quadri totali entrano nella visura. Allarme Confedilizia
I metri quadri totali entrano nella visura. Allarme Confedilizia
Arriva il calcolo dei metri quadri di casa, direttamente dal Catasto. La «grande riforma», a cominciare da quella degli estimi, è ancora nel limbo (perché avrebbe prodotto una vera e propria stangata) e l’estate scorsa Renzi ha deciso di bloccarla, ma l’Agenzia delle entrate procede per la sua strada. E così da ieri, oltre al numero dei vani e al valore catastale, per ogni immobile fornisce anche il calcolo della superficie e, soprattutto, il conto dei metri quadri utilizzati per pagare la tassa sui rifiuti. In questo modo si evitano calcoli complessi ed eventuali errori, ma per Confedilizia si rischiano pure nuovi aumenti della Tari.
La novità riguarda 57milioni di immobili appartenenti alle categorie A (abitazioni e uffici), B (uffici pubblici, ospedali, scuole, ecc.) e C (magazzini, negozi, cantine, box auto) su un totale di 61 milioni registrati: i 3,3 milioni di immobili che mancano all’appello sono quelli iscritti nei primissimi anni di avvio del nuovo catasto e per questo non presentano planimetrie, perché il deposito non era obbligatorio, oppure hanno planimetrie non congrue (abbozzate a mano oppure senza scala).
Oltre ai dati identificativi dell’immobile (Comune, sezione urbana, foglio, particella, subalterno), e ai dati di classamento (zona censuaria, categoria catastale, classe, consistenza, rendita), la nuova visura - che si può ottenere anche on line - riporta direttamente anche la superficie catastale, valida però ai solo fini fiscali. Ed inoltre, viene riportata anche quella da utilizzare per pagare la Tari che, per le sole destinazioni abitative, non tiene conto di balconi, terrazzi e altre aree scoperte di pertinenza ed è per legge il 20% in meno. E qui sta l’inghippo: Confedilizia parla di «normativa piuttosto confusa» e segnala che nel nuovo calcolo, così come avviene nel conteggio dei metri quadri «commerciali» utilizzati nelle compravendite, «vengono compresi anche i muri e questo, pur con l’abbattimento del 20%, potrà comportare aumenti della tassa rifiuti».
Sia per gli immobili privi del dato relativo alla superficie, sia in caso di incongruenze tra la planimetria conservata al Catasto e la superficie calcolata, i cittadini potranno inviare le proprie osservazioni attraverso il sito dell’Agenzia. Un’operazione non certo indolore, perchè per la dichiarazione di aggiornamento catastale bisogna avvalersi di un professionista (un geometra o un altro tecnico abilitato) e quindi farsi carico di una spesa che in media oscilla tra 2 e 3mila euro. Dichiarazione che però può anche diventare obbligatoria, «in quanto - ricordano le Entrate - in caso di vendita dell’immobile, il proprietario è tenuto ad attestare la conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie».
I nuovi dati, che consentono al contribuente di evitare calcoli complessi esponendosi ad errori (e quindi anche a possibili sanzioni), già dal 2013 sono in possesso dei comuni ed è bene sapere che, se la superficie comunicata per pagare la Tari non è corretta, è possibile che prima o poi si venga sanzionati.
«Per le compravendite - spiega Paolo Righi, presidente della Federazione degli agenti immobiliari professionali - continueremo a considerare i metri quadri commerciali, dato che tiene conto delle pertinenze che sempre di più - penso ai condomini di nuova concezione - servono a qualificare il vero valore dell’immobile». Quanto ai dati sulle planimetrie conservate al catasto Righi suggerisce cautela: «Sono puramente indicative. Riportano molte imprecisioni e spesso non sono attendibili».
Twitter @paoloxbaroni
PAOLO BARONI