Chiusa la parentesi americana, Matteo Renzi è tornato in campo con il question-time alla Camera e una lunga intervista al Tg3. Ha fretta di chiudere la partita della riforma del Senato, per dedicarsi alla legge di stabilità e dare una spinta ai venti di ripresa confermati dai dati Istat, che registrano un ulteriore calo della disoccupazione, sotto il 12% (ma quella giovanile rimane sopra il 40) e una crescita dei mutui per gli acquisti di case.
Ed è convinto che con un nuovo passo avanti sulla strada delle riforme potrebbe diventare più favorevole anche l’atteggiamento della Commissione Europea, che deve dare il via libera alla manovra di fine anno, costruita in parte su una maggiore flessibilità e ricorso al deficit, e nei giorni scorsi aveva espresso perplessità sull’orientamento del premier per il taglio delle tasse sulla casa, suggerendo piuttosto di intervenire sulla tassazione sul lavoro.
Ma appunto sulla strada dell’approvazione in terza lettura della riforma del Senato ci sono gli ultimi ostacoli da superare. Dopo la decisione del presidente Grasso di tagliare gli oltre 70 milioni di emendamenti presentati dal leghista Calderoli ieri è stata una giornata di scontri in aula su altre richieste di modifica del primo articolo del testo. In particolare le critiche delle opposizioni riguardavano la decisione del senatore Pd Cociancich di presentare un emendamento mirato a far decadere tutti gli altri proposti dalle opposizioni e ad aggirare una serie di votazioni segrete, ammesse da Grasso, a rischio per il governo. Con una tecnica del genere la maggioranza era riuscita ad accelerare il varo dell’Italicum, grazie all’iniziativa di un altro senatore Pd, Esposito, che aveva ottenuto il via libera dalla vicepresidente del Senato Valeria Fedeli e aveva avuto come effetto la drastica sfoltitura delle proposte di cambiamento. Malgrado la tensione che continua a salire nell’aula di Palazzo Madama, Renzi s’è detto sicuro che la riforma passerà nei tempi previsti, entro metà ottobre. Ed in effetti la maggioranza ieri ha tenuto anche in circostanze difficili.
Dopo aver parlato alla Camera al question-time, Renzi ha scelto di rilasciare un’intervista alla direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer anche per superare le polemiche nate da un attacco del deputato renziano Michele Anzaldi a Rai 3, per lo squilibrio dei dati delle presenze politiche sul telegiornale e sui programmi. Anzaldi si era spinto a chiedere le teste della stessa Berlinguer e del direttore della rete Andrea Vianello. Renzi, senza smentirlo, ha fatto capire che non è ancora il momento.
Marcello
Sorgi