Cuneo
Emergenza dal Saluzzese
“In crisi il mercato delle pesche”
L’assessore regionale dell’Agricoltura ha scritto al ministro
L’assessore regionale dell’Agricoltura ha scritto al ministro
«Il mercato delle pesche è in crisi e vive una situazione disastrosa, insostenibile per le aziende piemontesi». Per questo l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, ha scritto al ministro Maurizio Martina: «La Commissione europea attivi le procedure per il ritiro del prodotto».
In Piemonte ogni anno vengono prodotti 1,4 milioni di quintali di pesche e nettarine. La Granda è la zona dove si coltiva la maggior parte della frutta piemontese, il Saluzzese è il primo distretto regionale e al vertice italiano. «L’andamento climatico del tutto anomalo ha causato una drammatica contrazione dei consumi di frutta estiva, tradotti in una crisi di mercato, particolarmente grave per pesche e nettarine», scrive Ferrero. Ne è seguito uno scambio diretto con il ministro per illustrare la gravità della situazione. «Martina ha presente - prosegue Ferrero - che riguarda anche altre regioni e si è impegnato a intervenire in sede europea per trovare a breve una soluzione». «Produrre un kg di pesche costa 35-40 centesimi all’imprenditore agricolo - dice Mario Dotto, segretario Coldiretti di Saluzzo -. Ora è impossibile fare previsioni sul prezzo corrisposto ai produttori a fine stagione, ma le previsioni sono sotto il livello per coprire le spese. Il ritiro della merce è una soluzione-tampone nel breve periodo, sperando che il mercato si riprenda. Ma è come curare la polmonite con l’aspirina. Serve un progetto di sistema per il rilancio di tutto il comparto». Marco Bruna, direttore di Confagricoltura Saluzzo: «La crisi delle pesche va avanti da 5 anni. Ora siamo al tracollo per le cattive condizioni meteo che hanno portato anche scarsa qualità. In tutta Europa ci dicono che le temperature fresche non invogliano a consumare pesche. Confidiamo in una ripresa nelle prossime settimane, in attesa di aprire una discussione per ripensarne la coltivazione: più qualità e meno quantità».
andrea garassino