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giovedì 17 luglio 2014

Il meteo mette in crisi il mercato delle pesche

LA STAMPA

Cuneo

Emergenza dal Saluzzese

“In crisi il mercato delle pesche”

L’assessore regionale dell’Agricoltura ha scritto al ministro

«Il mercato delle pesche è in crisi e vive una situazione disastrosa, insostenibile per le aziende piemontesi». Per questo l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, ha scritto al ministro Maurizio Martina: «La Commissione europea attivi le procedure per il ritiro del prodotto».

In Piemonte ogni anno vengono prodotti 1,4 milioni di quintali di pesche e nettarine. La Granda è la zona dove si coltiva la maggior parte della frutta piemontese, il Saluzzese è il primo distretto regionale e al vertice italiano. «L’andamento climatico del tutto anomalo ha causato una drammatica contrazione dei consumi di frutta estiva, tradotti in una crisi di mercato, particolarmente grave per pesche e nettarine», scrive Ferrero. Ne è seguito uno scambio diretto con il ministro per illustrare la gravità della situazione. «Martina ha presente - prosegue Ferrero - che riguarda anche altre regioni e si è impegnato a intervenire in sede europea per trovare a breve una soluzione». «Produrre un kg di pesche costa 35-40 centesimi all’imprenditore agricolo - dice Mario Dotto, segretario Coldiretti di Saluzzo -. Ora è impossibile fare previsioni sul prezzo corrisposto ai produttori a fine stagione, ma le previsioni sono sotto il livello per coprire le spese. Il ritiro della merce è una soluzione-tampone nel breve periodo, sperando che il mercato si riprenda. Ma è come curare la polmonite con l’aspirina. Serve un progetto di sistema per il rilancio di tutto il comparto». Marco Bruna, direttore di Confagricoltura Saluzzo: «La crisi delle pesche va avanti da 5 anni. Ora siamo al tracollo per le cattive condizioni meteo che hanno portato anche scarsa qualità. In tutta Europa ci dicono che le temperature fresche non invogliano a consumare pesche. Confidiamo in una ripresa nelle prossime settimane, in attesa di aprire una discussione per ripensarne la coltivazione: più qualità e meno quantità».

andrea garassino


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