ebook di Fulvio Romano

venerdì 4 luglio 2014

Eroi dell'informazione. Così Floris abbandonò mamma Rai per i milioni di Cairo...

LA STAMPA

Italia

Floris lascia la Rai

Ingaggio raddoppiato

e Cairo lo porta a La7

Alla Rai c’è chi spera che Floris ci ripensi. O che la Rai lo trattenga. Ma la storia tra il conduttore di «Ballarò» e la Tv pubblica appare ormai chiusa definitivamente. Come si dice in questi casi, «sono stati dodici anni bellissimi, ma ora è tempo di lasciarci». Un divorzio amaro, raccontano a viale Mazzini, «anche improvviso» per come si è consumato. Sul tavolo non solo il compenso, che pure ha giocato un ruolo rilevante nelle trattative condotte per Floris dall’agente Beppe Caschetto, ma anche l’inerzia della Rai di assecondare la richiesta del giornalista per una striscia televisiva quotidiana oltre «Ballarò». E così ha vinto La7: più soldi e più spazi per rilanciare anche un «suo» martedì editoriale che in questi mesi ha sofferto - spiega un dirigente della Tv di Cairo - la sovrapposizione proprio con il pubblico di Raitre.

E così, se La7 ha fatto il colpo, la Rai ne paga le conseguenze. Se ne va un cavallo di razza e al settimo piano di viale Mazzini si teme, (visto il taglio di 150milioni di euro), che la Rai non sarà più in grado di tenere testa alla concorrenza. Una concorrenza agguerrita che nella «battaglia» per Floris ha visto impegnata anche Mediaset (c’è chi addirittura parla di un offerta da 3milioni di euro l’anno). Ma tra le due «grandi» l’ha spuntata la più piccina che sul tavolo - raccontano in ben informati - ha messo almeno il doppio per anno rispetto ai 600mila euro offerti da viale Mazzini. Un investimento per Cairo che con il conduttore di «Ballarò» punta a recuperare lo share lasciato sul campo in questi primi sette mesi del 2014: -1,07 per cento di share nel prime time (nel 2013 La7 aveva il 5,39% di share oggi ha una media del 4.32) e in prospettiva potrebbe anche pensare ad una sorta di turnover con Michele Santoro, il cui contratto scade a fine anno. Quest’ultimo, infatti, pesa certamente di più nei bilanci, mentre Floris (nonostante le voci per un accordo da 4milioni di euro in 3 anni) molto meno: sia in termini di contratto che per costi a puntata. Tant’è, che tra il costo di produzione di «Servizio pubblico» e il futuro programma di Floris la differenza potrebbe essere anche di 70mila euro a martedì. Una cifra significativa che «autorizzerebbe» anche gli sforzi economici per il compenso del giornalista. Che con una dichiarazione ringrazia la «Rai e Ballarò cui devo tutto, perché in questi anni mi hanno formato e dato fiducia: sono un uomo fortunato, dal lavoro ho avuto enormi soddisfazioni». Ma penso, spiega Floris, «che rimettersi in gioco sia salutare e giusto, anche per riguardo al pubblico che mi ha seguito e sostenuto». Poteva fare di più la Rai per trattenerlo? Se lo chiedono i dirigenti di viale Mazzini. Certo, osserva, uno tra questi: «Se la Rai avesse offerto seriamente a Floris Raiuno oggi avremmo parlato di altro». Ma così non è stato. E anche il faccia a faccia del giornalista con la presidente Tarantola non ha prodotto effetti.