Italia
Il discorso di Strasburgo
divide la critica europea
Elogi sulla Bild, ma i giornali conservatori restano freddi
Elogi sulla Bild, ma i giornali conservatori restano freddi
Qualche riserva ancora c’è, ma leggendo la stampa di questi giorni è innegabile che Matteo Renzi abbia conquistato una notevole apertura di credito all’estero. Più prudente in Germania, più decisa in Francia, discreta persino in un quotidiano letto ovunque nel mondo come il New York Times. L’unico rischio, perlomeno in un Paese tradizionalmente diffidente verso l’Italia come quello di Angela Merkel, è di rovinare tutto con sgarbi come quello al Parlamento europeo, dove mercoledì il presidente del Consiglio ha preferito rinunciare alla rituale conferenza stampa con il presidente Schulz per precipitarsi a Roma e partecipare a Porta a Porta. A Berlino non la considerano ancora la terza Camera del Parlamento e sottrarsi ai giornalisti, in un Paese in cui tre volte a settimana i portavoce della cancelliera e di tutti i ministri si offrono alle domande della stampa internazionale, non piace affatto. La Süddeutsche, quotidiano progressista di Monaco - il più letto dopo il tabloid Bild - lo ha bacchettato duramente ieri e ha chiesto inoltre in un editoriale che dopo tante parole, l’Italia approvi finalmente le riforme.
Sui giornali più conservatori come la Frankfurter Allgemeine Zeitung o sul settimanale Zeit prevalgono ancora i toni cauti e le preoccupazioni per l’iniziativa italo-francese che mira a sfruttare i margini di flessibilità del Patto di stabilità - qualcuno con scarso senso del ridicolo parla persino di «ricatto» - insomma per l’intraprendenza di Renzi nella battaglia per aprire spazi a favore della crescita. Ma c’è anche una fiducia crescente nel presidente del Consiglio, che secondo qualcuno può addirittura riuscire nell’impresa di un «Rinascimento italiano ed europeo».
Nel Paese complice del presunto «ricatto», la Francia, da destra a sinistra i quotidiani più importanti, da Le Figaro a Libération, hanno dedicato articoli al discorso di apertura di Renzi del semestre italiano. Le Monde parla di lui come di un «Telemaco nell’odissea europea». Un’attenzione generale non scontata, peraltro: i giornali britannici hanno ad esempio ignorato tout court l’appuntamento che si ripete ogni sei mesi in un Paese diverso della Ue. Il conservatore Le Figaro parla di una «Renzimania», scoppiata in Europa - anche a causa di un indebolimento della Francia. E se il ritornello è lo stesso dei tedeschi - «deve passare dalle parole ai fatti», il quotidiano gli riconosce «determinazione» e «carisma».
Anche il New York Times, pur citando il fardello dell’enorme debito che grava ancora sui nostri conti e rischia di precettare il futuro, ha raccontato ieri la battaglia intrapresa dal presidente del Consiglio per ammorbidire l’austerità e ha citato il suo «carisma» assieme alla sua «volontà di fare le riforme».
Infine, l’ultimo ma importantissimo sintomo di una simpatia che si sta diffondendo rapidamente nel Paese finora più arcigno nei confronti dell’Italia, è la tedesca Bild, che nei giorni scorsi gli ha dedicato un ritratto molto positivo. Il «Bubi» il «ragazzino» italiano anzitutto ha seppellito il ventennio berlusconiano, argomenta il tabloid. Non è un dettaglio: in Germania Berlusconi è stato vissuto sempre come un autentico incubo. Al quotidiano berlinese il presidente del Consiglio piace perché è giovane, ha incassato un «grasso» risultato elettorale, somiglia in tanti aspetti all’ex cancelliere Schröder e promette di ringiovanire la «vecchia zia» Europa. E il tabloid ricorda anche che Renzi beneficia di una certa simpatia anche da parte della cancelliera.
Mentre dunque i media borghesi tedeschi mantengono ancora una certa diffidenza nei confronti del presidente del Consiglio, il quotidiano da due milioni e mezzo di copie al giorno lo ha sdoganato. Non è un dettaglio: è noto che Merkel consideri la Bild una sorta di termometro degli umori del Paese. Che lei ascolta fin troppo.