ebook di Fulvio Romano

giovedì 17 luglio 2014

Apple e Ibm, già nemici ed ora alleati contro il pc e per mobilità e facilità dell'iOS

LA STAMPA

Economia

Apple-Ibm, gli arcinemici

alleati contro i computer

Produrranno insieme app per smartphone e tablet

Da Grande Fratello a Grande Amico: Apple e IBM hanno annunciato un accordo commerciale per portare iPhone e iPad nel mercato aziendale, con app ottimizzate, servizi specifici, assistenza su misura. E Big Blue venderà ai propri clienti smartphone e tablet della Mela. Si chiude così una rivalità che dura da trent’anni e che ispirò anche il famoso spot del primo Macintosh, dove il Grande Fratello orwelliano da combattere aveva appunto il volto blu.

L’accordo tra i due giganti dell’informatica ha una logica ineccepibile, e ha ragione il Ceo di Apple Tim Cook (che in IBM ha lavorato per anni ) a dire che è come quando due pezzi di un puzzle si incastrano perfettamente. In realtà, Cupertino aveva già collaborato con IBM per la realizzazione del chip PowerPC che equipaggiava i Mac prodotti tra il 1994 e il 2006, così l’accordo è storico anche per un altro motivo: si gioca in un territorio che non è quello dei computer tradizionali, ma anzi riconosce e valorizza le potenzialità per uso professionale di tablet e smartphone.

Apple ha abbandonato la battaglia per la supremazia nel mondo dei pc e ha lasciato a Microsoft il compito di dragare gli ultimi guadagni da un mercato in calo costante, preferendo concentrarsi su iPhone e iPad, quelli che Steve Jobs definì «apparecchi post-pc» e che oggi valgono oltre il 76 per cento del suo fatturato. Nel frattempo, anche IBM ha chiuso con il mercato dell’informatica consumer, che pure aveva inventato lanciando il primo personal computer nel 1981. Il marchio blu si vede ancora in centri di calcolo, università, istituzioni, aziende, mentre gli ultimi eredi del ThinkPad sono prodotti da Lenovo, che nel 2005 ha acquistato la divisione pc di IBM. E cosi oggi non c’è un solo punto in cui si sovrappongano gli interessi di Tim Cook e Ginni Rometty (Ceo di IBM).

Ma dopo 800 milioni di apparecchi iOS venduti, il tasso di crescita cala, così a Cupertino devono provare a espandersi in nuovi territori, sia geograficamente (ad esempio la Cina), sia dal punto di vista dei settori di mercato. In ambito business il 98 per cento delle 500 aziende più importanti al mondo adoperano già i prodotti della Mela. Con l’accordo, hardware, software e servizi si configurano come un ecosistema completo: Apple e IBM hanno annunciato oltre cento nuove app, un servizio di assistenza clienti dedicata e una rete di vendita specializzata, per aiutare le aziende a integrare i loro sistemi con iPhone e iPad.

La parola d’ordine è mobilità: chi usa smartphone e tablet tutti i giorni si aspetta di trovare sul posto di lavoro strumenti che abbiano la stessa flessibilità e la stessa semplicità, cosa che oggi accade molto di rado. Apple e IBM puntano molto anche sul cloud, che permette di lavorare su apparecchi diversi con la certezza che file e documenti sono sempre sincronizzati e sempre accessibili. Qui Big Blue offre servizi completi e affidabili per i più svariati utilizzi, e così la partnership è un duro colpo per Microsoft. Proprio qualche giorno fa, in una mail ai dipendenti, il nuovo CEO Satya Nadella ha ribadito che cloud e mobilità sono i due capisaldi su cui scommettere (e per questo ha acquisito Nokia). Anche Google è tagliata fuori, come Blackberry, che pure aveva aperto per prima la strada a questo cambiamento epocale. Ieri perdeva il 4 per cento in Borsa, l’ennesima tappa di un’agonia iniziata sette anni fa, quando Apple lanciò l’iPhone.

bruno ruffilli


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