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Allarmi siam fascisti
Che gli skinhead dell’irruzione di Como sembrassero quattro scappati di casa non deve indurre in inganno: i peggiori hanno sempre vinto quando sono stati sottovalutati. Ma non sono quei pischelli, non soltanto loro, a richiamare su una dilagante fascisteria italiana. Se il fascismo sa travestirsi da democrazia o da dittatura del popolo (Simone Weil), se significa anche opprimere chi non la pensa come te (Sandro Pertini), significa affermare non sono un partito sono il popolo (Giovanni Gentile), considerare il liberalismo individuale un fantoccio (Benito Mussolini), distruggere la concezione liberale dello stato di diritto in favore dello stato d’eccezione (Carl Schmitt), trovare il capro espiatorio (Salvatore Lupo), allora inventarsi un reato e un’aggravante a settimana sull’emergenza del momento, chiedere e ottenere inasprimenti delle pene, invocare condanne esemplari invece che giuste, imbastire processi su tv, giornali e social network, volere a tutti i costi un colpevole urlando fuori i nomi, manganellare online il mostro del giorno, cercare motivi inconfessabili e turpi nelle opinioni dell’avversario ridotto a nemico, imporre al parlamentare fedeltà al partito, sottometterlo a ogni spiffero dell’autorità giudiziaria, gridare ai traditori, alle cospirazioni, dichiarare criminali le etnie e le religioni anziché gli individui, cedere al vento dei sondaggi, affidarsi al plebiscito della rete, e tutto e il contrario di tutto in nome degli italiani, allora questo è il nostro esercizio giornaliero di inconsapevole e intimo fascismo.
Mattia Feltri