ebook di Fulvio Romano

giovedì 10 luglio 2014

La tartaruga USA che minaccia l'ecosistema del torrente di Bordighera

LA STAMPA

Imperia

bordighera operazione per salvaguardare l’habitat naturale e le specie autoctone

Tartaruga originaria degli Usa

scoperta nel torrente Borghetto

La Forestale la catturerà con una nassa speciale. Sarà trasferita in un centro

Qualcuno l’ha abbandonata nel torrente Borghetto a Bordighera. Ma non può stare in zona, libera in natura, perché, purtroppo, è pericolosa per l’ambiente visto che proviene dal Sud degli Stati Uniti e rischia di divorare larve e girini di anfibi, di fatto uccidendo gli animali che popolano l’ansa del rio in cui da qualche giorno vive. Si tratta di una tartaruga acquatica, da alcuni giorni sotto controllo da parte del Corpo Forestale dello Stato di Imperia. Gli agenti hanno anche installato una particolare nassa, studiata ad hoc per catturare le tartarughe senza ferirle: una volta che l’animale sarà caduto in trappola, verrà trasferito ad Albenga, in un centro apposito. Il Corpo Forestale, infatti, porta avanti ormai da 10 anni, un importante progetto dedicato proprio alle tartarughe. In particolare, alle Emys Orbicularis, cioè tartarughe autoctone e «residenti» legittimamente, secondo natura, in questo territorio della Liguria di Ponente. Le Emys Orbicularis sono simili alle cugine sudamericane, ma presentano una puntinatura colorata di giallo sul carapace che le contraddistingue. Secondo gli esperti, quella trovata nel rio Borghetto potrebbe essere una Trachemis Scripta Elegance, ma soltanto quando sarà catturata si potrà capire con precisione la specie. La certezza che non sia autoctona ma che sia stata importata c’è comunque. Forse è stata acquistata anni fa, piccola come una monetina, in qualche negozio di animali. O magari vinta al luna park. In ogni caso, qui in Liguria, e in generale in Italia, questo genere di tartarughe costituisce una danno biologico, visto che non è originaria di queste zone ed è voracissima. Libera in natura, divora larve, anche di insetti utili, e girini di rane, rospi e raganelle. La sua presenza qui contrasta con l’essenziale concetto della biodiversità (e cioè che gli animali e le piante debbono vivere dove la Natura li ha collocati) e per questo va rimossa e fatta vivere, insieme ai suoi simili e con tutte le cautele del caso, in cattività.

Il progetto della Polizia ambientale mira al ripopolamento dei torrenti ponentini con le tartarughe Orbicularis, proprie di questa zona. Per questo, nell’ambito di questa iniziativa particolare e lodevole, vengono anche prelevate le intruse, cioè altre tartarughe, quasi sempre americane, che la gente ignorantemente abbandona non riuscendo più a tenerle in casa. Anzi, il Corpo Forestale consiglia chi non sa come fare perché la propria tartaruga è diventata grande, e in acquario in casa non riesce più a vivere, a chiamare gli esperti del Corpo, per chiedere consiglio, invece che abbandonarla nell’ambiente. Proprio ieri, gli esperti della Forestale di Albenga hanno immesso in natura alcuni nuovi nati del centro tartarughe, per ripopolare con esemplari autoctoni i torrenti del Savonese.

lorenza rapini


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