Italia
L’alleanza dei Comuni
“Basta gare offshore
salviamo le balene”
Liguria, 22 centri puntano sul turismo ecologico
Liguria, 22 centri puntano sul turismo ecologico
Rinunciare alle gare di off shore, assicurare il funzionamento dei depuratori, promuovere il whale watching e la ricerca, contribuire alla realizzazione delle «autostrade del mare» per impedire le collisioni tra il naviglio pesante e i grandi cetacei.
La vocazione ambientalista per difendere le balene del Mediterraneo è il nuovo trend dei centri turistici della Liguria. Tutti pronti, con in prima fila Andora, Laigueglia, Bordighera, Spotorno, Vernazza, Chiavari a rinunciare a qualcosa pur di poter issare insieme al Tricolore e, per qualcuno anche la Bandiera Blu, anche la Bandiera Pelagos, il vessillo del Santuario del Mediterraneo che da quest’estate distinguerà i difensori dei cetacei. Una bandiera bianca dalla quale emerge inconfondibile la coda di una balena dalle onde di un mare che intreccia i tricolori italiano e francese con il vessillo bianco e rosso del Principato di Monaco (i Paesi firmatari dell’accordo internazionale che ha dato vita all’area protetta).
L’impegno più corposo per i centri turistici si chiama «demotonautizzazione sportiva», la determinazione a bandire competizioni con off shore e altri scafi a motore dalle acque territoriali antistanti il Comune. I centri che hanno aderito in Liguria sono saliti nelle ultime settimane a 22. Il tutto sotto l’occhio vigile del ministero dell’Ambiente dove l’apprensione per le balene è salita alle stelle alla notizia del trasferimento della Concordia a Genova invece che a Piombino visto che il rottame del naufragio-Schettino dovrà attraversare tutto il Santuario dei cetacei. La cerimonia ufficiale dei vessilli delle balene è in programma la prossima settimana a Bordighera, il 14 giugno. Le balene? Non potranno che avere ricadute positive dalla firma del Patto di partenariato che ha trovato come motore i ricercatori di «Tethys», l’istituto di ricerca che da sempre si occupa della migrazione dei grandi cetacei nel Mediterraneo e che negli ultimi vent’anni ha foto-identificato ben 158 esemplari di balenottera comune adulta. Una comunità unica al mondo, senza contare i «cugini» come i capodogli, gli zifi, i grampi.
Il 2014, già prodigo di avvistamenti tra la costa della Liguria e la Corsica, ha regalato un dato eccezionale. Un individuo maschio di balenottera, catalogato con il nome di «Cine», è stato identificato per il terzo anno consecutivo a conferma della migrazione e di come il Mar Ligure si possa considerare la «seconda casa» delle balene del Mediterraneo. «Speriamo che tutti i Comuni della Liguria aderiscano al partenariato - spiega Sabina Airoldi, la biologa marina che è capo-ricercatore per Tethys nel Santuario. La tutela della biodiversità e lo studio dell’equilibrio marino che ha reso possibile la migrazione sono pilastri solidi per conoscere la salute del nostro mare, quella delle coste, e soprattutto come e dove agire per affrontare eventuali criticità future».
giulio gAVINO