ebook di Fulvio Romano

martedì 1 aprile 2014

Masterpiece, l'apparenza della scrittura ... e la realtà (pesante) della televisione

LA STAMPA

Cultura

Masterpiece, l’apparenza della scrittura

Ha vinto Nikola Savic, che mette insieme buoni sentimenti, faccia simpatica e l’essere serbo. Quanto al suo romanzo se n’è ascoltato un pezzo, recitato nel confronto finale, e non è che a questo punto ne sappiamo molto di più. Bisognerà aspettare che la Bompiani lo diffonda in centomila copie,, e lo distribuisca attraverso tutti i canali possibili per farne un best seller: come se la trasmissione televisiva, la gara e tutto il resto non fossero altro che un lungo, interminabile spot. A differenza degli altri «talent», però, con un pubblico televisivo che non può interagire, del tutto passivo.

Così finisce Masterpiece, tra ascolti bassi, qualche polemica, dichiarazioni trionfalistiche, grande sbertucciamento in rete e nessuna suspense: non solo durante le puntate ma anche per la finale, i cui risultati erano ampiamente disponibili in rete già da domenica mattina, con vincitore e classifica.

Restano i romanzi, di cui nulla continuiamo a sapere, e i personaggi degli scrittori o aspiranti tali (ma perché insistere su aspiranti scrittori? Se uno scrive scrive, non aspira): dall’impiegato ai servizi funerari che manco a dirlo è uno specialista di humour nero all’ex manager che manco a dirlo è molto sicura di sé, una galleria televisivamente forse efficace. Resta il problema di come si possa portare la lettura in televisione e farla diventare un tema da vasto pubblico: qualcuno c’è riuscito, nel passato, soprattutto Alessandro Baricco, ma in presenza di un forte carisma personale e in un momento di grande successo come autore anche «popolare». Baricco usava i classici. Qui era questione di esordienti come tanti altri. Siamo sicuri che una trasmissione televisiva possa selezionarli meglio di come fanno abitualmente gli editori o i premi letterari?

I concorrenti, col loro romanzo perennemente alluso (non si può leggere un romanzo in tv) ce l‘hanno messa tutta. Si sono sfidati su una varietà di prove dagli sms spiritosi agli epitaffi, dai racconti a tema alla scrittura veloce: divertenti sì, ma si può essere un bravo romanziere e non avere la minima prontezza di spirito. In tv però si deve essere anzitutto un personaggio, ma un personaggio non è necessariamente uno scrittore.

Masterpiece ha il merito di aver raccontato la lavorazione del libro, il suo lento nascere nel confronto con l’editore: il che può anche rappresentare una promozione della lettura più consapevole. . E il difetto forse più grave, di averlo però raccontato a quei pochi che lo sapevano già.

Mario Baudino


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