da Il Navigatore curioso
“L’UNIVERSO NON È ALL’ALTEZZA DELLE NOSTRE ASPETTATIVE”: LA DELUSIONE DEGLI ASTRONOMI DOPO AVER SCOPERTO CHE L’UNIVERSO È PIATTO!
8 aprile 2014 | Sei in Primo Piano, Spazio
Sconcerto e delusione da parte di un gruppo di astronomi dopo aver studiato la distribuzione del gas caldo associato agli ammassi di galassie. I risultati dello studio hanno dimostrato che l'Universo è piatto! La ricerca mette in discussione il modello ampiamente accettato dell'Universo e potrebbe portare ad un ripensamento sulla sua struttura e la sua evoluzione.
Quasi tutte le scoperte scientifiche che riguardano lo studio dell’Universo, quando vengono divulgate sono sempre considerate come “stupefacenti”.
Ma due astronomi, il professor Chris Collins e il dottor Ian McCarthy della Liverpool John Moores University, hanno ammesso di aver trovato “deludenti” i risultato dei loro studi.
I due astronomi, in due ricerche separate, infatti, hanno rilevato che l’Universo è più liscio e piatto rispetto a quanto precedentemente teorizzato, paragonando la loro scoperta ad una vacanza deludente.
“E’ stato come prenotare una vacanza in Svizzera, progettando di fare trakking sulle catene alpine, per poi ritrovarsi in un territorio piatto come l’Olanda”, commenta il professor Collins. “E’ la stessa delusione provata quando il dottor McCarthy mi ha chimato e mi ha comunicato i risultati dell’esperimento per stimare il numero dei “ciuffi massicci” nell’Universo, chiamati ammassi di galassie”.
Come si legge nel resoconto pubblicato sul sito dell’Università, i due astronomi hanno confrontato le recenti misurazioni della radiazione cosmica di fondo e la disposizione dei “cluster di galassie”, rilevando che l’Universo è decisamente più piatto e liscio di quanto creduto finora. Come ammettono i due, i risultati preliminari li avevano molto scoraggiati, e comunque hanno continuato la ricerca.
E hanno fatto bene! Infatti, nonostante la delusione, la loro ricerca sfida il modello cosmologico ampiamente accettato dell’Universo e potrebbe portare ad un ripensamento della sua struttura e di come si sono evolute le stelle e le galassie che oggi vediamo.
La Radiazione Cosmica di Fondo è l’eco del Big Bang ed è l’architrave su cui si regge la teoria di come si è formato l’Universo. La radiazione, che attraversa lo spazio profondo mentre l’Universo si espande, arriva al nostro pianeta alla temperatura di 2,7° C, il che significa che nel lontano passato doveva essere decisamente più calda.
Ciò ha portato gli scienziati a concludere che l’Universo ha avuto un’origine calda (il cosiddetto Big Bang), quasi 14 miliardi di anni fa. Per misurare le variazioni di temperatura nella radiazione cosmica di fondo, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha lanciato nel 2009 il satellite Planck Surveyor.
Le misurazioni hanno riscontrato piccole fluttuazioni di temperatura che crescono lentamente nel tempo, formando le stelle e le galassie che vediamo oggi. Inoltre, Planck ha permesso l’individuazione di grandi strutture legate gravitazionalmente chiamate “cluster”, le quali contengono migliaia di galassie individuali e grandi quantità di materia oscura.
Tuttavia, la scansione ha mostrano un numero di cluster inferiore a quanto stimato partendo dall’analisi cosmologica della Radiazione Cosmica di Fondo. Gli studi del professor Collins e del dottor McCarthy confermato il “problema dei cluster di Planck”.
“Sapevamo già che il numero di cluster trovati dal satellite era inferiore al previsto”, commento Collins. “I nostri risultato confermano che il numero di cluster è di circa due volte inferiore a quanto previsto sulla base della radiazione cosmica di fondo”.
“La scienza raggiunge il suo apice quando la previsione e la sperimentazione sono in disaccordo”, commenta McCarthy, “quindi, anche se il nostro paesaggio cosmico è più liscio di quanto pensassimo, questo potrebbe significare che dobbiamo ripensare alcune parte della nostra teoria cosmologica, e tale progresso potrebbe essere un bene per la scienza nel lungo periodo”.