Cuneo
GAVI. PER AMBIENTARE «IL NOME DELLA ROSA»
Crolla il “convento”
in cui si ispirò Eco
Prima è stato sventrato per un fallito progetto di centro benessere con decine di villette e ora sta crollando dopo anni di abbandono. È il palazzo della Cheirasca, a Gavi, paese dell’Alessandrino famoso per il suo vino bianco. Lo edificio fino ai primi Anni Ottanta fu un luogo di incontro di grandi artisti. Proprietario era Eugenio Carmi, uno dei padri dell’Astrattismo italiano, oggi ultranovantenne. E uno dei suoi più grandi amici era ed è Umberto Eco, il quale quarant’anni fa si sarebbe ispirato anche alla Cheirasca per ambientare il suo romanzo più celebre «Il nome della rosa». Il palazzo - un seminario prima di essere pesantemente modificato - conservava ancora numerose «cellette» del tutto simili a quelle dei monaci protagonisti del romanzo.
Ma qui non ci sono stati omicidi e incendi come nel libro di Eco, c’è invece una sorta di «maledizione»: gli ultimi cinque proprietari, tranne la famiglia Carmi, sono finiti tutti economicamente a rotoli dopo aver investito nella Cheirasca i loro soldi. Successe ad esempio a un imprenditore austriaco, poi anche a un genovese, tale Ottonello, fallito a causa del crollo del prezzo delle uve prima della Seconda Guerra Mondiale. Fu lui a lasciare la proprietà ai Carmi, suoi creditori. La famiglia del grande artista ha mantenuto la Cheirasca fino alla fine degli Anni Ottanta. I nuovi proprietari, una società di Milano, avevano aperto un albergo ristorante «L’ora canonica», ma c’è rimasto pochi anni.
Nel 2006 altri imprenditori di Milano: la Old Far e la Asti Resort propongono al Comune di realizzare una beauty farm con decine di villette, animali selvatici, laghetti e mimose. Una colata di cemento. Insorge Legambiente ma a fermare tutto sono gli stessi promotori, che non pagano né la banca, né i lavoratori né i fornitori. Dal 2008 più nulla: ladri e writers portare via il possibile e imbrattano. Di recente è crollata persino una parte del tetto.
GIAMPIERO CARBONE