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mercoledì 30 aprile 2014

Freccero: solo 4 mila euro per un'ora di TV (ditelo a Fazio)

LA STAMPA

Economia

Col test di Freccero

un’ora di tv è costata

meno di 4 mila euro

L’esperimento è riuscito. E non era affatto semplice coniugare qualità e costi bassi. Ma alla scuola di giornalismo di Perugia ci sono riusciti. E in tema di spending review hanno realizzato il primo vero format a basso costo. Meno di quattromila euro di produzione per 53 minuti di giornalismo di approfondimento. Tema: l’informazione mondiale sulla crisi in Ucraina.

Con un conduttore d’eccezione - che poi di fatto fa anche la differenza - Carlo Freccero che si è prestato con seminari e incontri con gli studenti a realizzare il programma. Gli ingredienti, dunque, ci sono tutti: l’approfondimento, le competenze, i tempi televisivi. Al punto che il format, sarà presentato sabato prossimo al festival internazionale del giornalismo di Perugia. Una vera rivoluzione per la scuola, una sorpresa produttiva, che a ben vedere costi e “ricavi” qualche attenzione sulle modalità produttive della Tv è destinata ad eccederle, soprattutto, nella fase odierna della Rai, costretta a fare i conti non solo con le contrazioni pubblicitarie ma anche con i tagli imposti dal Decreto legge sull’irpef.

Dunque, una tv di qualità a basso costo è possibile. Ne sono convinti Nino Rizzo Nervi presidente della Scuola (Rai) di Perugia ma anche il direttore Antonio Socci e il direttore del centro Antonio Bagnardi. «Tutto in casa» si può: un auspicio per la Rai a tornare agli uomini del prodotto a rimettere in cantiere la fucina interna dell’azienda di viale Mazzini, che per anni ha sformato format e programmi di intrattenimento di successo.

Certo, da allora, la Televisione è cambiata molto, non c’era il digitale, agiva in regime di totale monopolio, ma è anche vero che «oggi pure il giornalismo è cambiato radicalmente», chiarisce Nino Rizzo Nervo, e per questa ragione, la scuola«oltre ad insegnare gli elementi cardine dell’informazione deve saper coinvolgere gli allievi a sviluppare la parte autoriale». Come dire: guardare all’approfondimento, e alla Tv non solo come informazione ma come momento comunicativo globale.

Certo, nessuno, anche alla scuola di Perugia credeva o voleva sviluppare un format come «l’eredità» o «la prova del cuoco», ma scegliere la strada di «interessare il pubblico - spiegano alla scuola - con budget limitati è un risultato incoraggiante». È vero non ci sono star (a parte la disponibilità di Freccero a trasformarsi per un progetto in conduttore) nel programma, non ci sono collegamenti esterni, non ci sono troupe sparse per l’Italia o collegamenti via satellite nel mondo, ma meno di quattro mila euro al cospetto dei 700-800mile euro a puntata di «ballando con le stelle» (150mila euro a puntata di «Ballarò», 30mila circa della «Prova del cuoco») rappresentano un bel salto di differenza. «Una differenza - commentano gli allievi - che dimostra come si possa restare nella mission del servizio pubblico utilizzando al meglio risorse e strumenti a disposizione senza disperdersi in complesse e costose operazioni di budget».

Il prima passo è fatto, al resto ci penserà la critica. Ma il «doppio gioco» tra costi e format, tanto per citare il titolo del format della scuola di Perugia, stavolta, è venuto proprio a galla. [pao. fes.]

ROMA


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