ebook di Fulvio Romano

domenica 23 giugno 2013

Troppa neve, transumanza in ritardo...

LA STAMPA

Cuneo

agricoltura. il 20% dei margari rinvia la salita per la neve negli alpeggi d’alta quota

“Transumanza in ritardo, ma non siamo preoccupati”

La metà delle trecento famiglie di margari della Granda ha già raggiunto gli alpeggi più bassi, dove le mandrie stanno pascolando dalle prime settimane di giugno. Il grande esodo dalla pianura alla montagna si concentrerà oggi e domani, festa di San Giovanni, per tradizione il giorno rituale della transumanza nelle vallate alpine.

Il 20% di loro, tuttavia, sarà costretto a rinviare la partenza a fine mese, aspettando lo scioglimento nella neve che, a causa dell’inverno anomalo, ricopre ancora buona parte dei 370 pascoli della provincia.

Un problema per gli allevatori diretti oltre i duemila metri di quota come Loris Martini, 35 anni di Villafalletto: oggi farà un sopralluogo all’alpe Fauniera di Castelmagno, dove trascorrerà l’estate con il padre Mario per accudire 340 bovini e produrre formaggi d’alpeggio. «Forse giovedì trasferirò i primi cento capi adulti - spiega - mentre le mucche in lattazione e i vitellini saliranno dieci giorni dopo. Troppa neve e poca erba rischiano di indebolire i piccoli e le mucche faranno meno latte. Prevedo di ridurre del 25% la produzione del Castelmagno d’alpeggio».

Ritarderà la transumanza anche Pier Valter Osella, 43 anni, di Scarnafigi: sabato tornerà con una mandria di 300 capi a Oncino, all’alpe Tardarea (2000 metri), dove l’anno scorso rimase ferito in un incidente stradale restando in coma per 42 giorni. «Sono in perfetta forma - dice -. Peccato per la neve che blocca la strada in quota, ma è piovuto e credo che avremo una stagione migliore dell’anno scorso, quando siamo scesi il 2 settembre per la siccità. Molti altri colleghi sono saliti agli alpeggi più bassi, non vedo l’ora di raggiungerli».

«Trasferirò le manze giovani martedì - dice Paolo Bovero, 31, di Demonte, margaro all’alpe Viribianc in valle Stura -. Tanta neve e ritardi, ma può essere un buon segno per allungare la stagione oltre il previsto». Bruno Bottero, 56, di Trinità, è partito ieri con le mucche in lattazione verso l’alpe Colle di Chiusa Pesio. «Tra 15 giorni trasferirò un’altra mandria da Prato Nevoso al colle Vaccarile - dice -. Tanta erba all’inizio non ci sarà, ma sono abbastanza ottimista».

Il presidente dell’Associazione per la difesa degli alpeggi in Piemonte (Adialpi) e margaro di Crissolo, Giovanni Dalmasso: «L’inverno anomalo e i ritardi non causeranno gravi danni. Il problema continua a essere la speculazione sugli affitti degli alpeggi. Lo spirito e l’orgoglio dei margari è assopito dal sistema speculativo che favorisce le grandi aziende interessate soltanto ai premi della Politica agricola comunitaria (Pac), privando gli autentici margari dei pascoli dove hanno sempre lavorato».

matteo borgetto


Level Triple-A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0           Copyright 2013 La Stampa           Bobby WorldWide Approved AAA