Imperia
è la lotta biologica per sconfiggere il flagello dei castagni
Un insetto combatte il parassita
“torymus” per salvare le piante
I volontari hanno rilasciato gli insetti sulle piante colpite in un’area compresa tra la località Albareo di Taggia e la frazione Pamparà di Ceriana.
Sono state così investite anche le zone intorno all’eremo della Maddalena, molto caro da secoli ai tabiesi, e località «Neveia», dove fino all’inizio de Novecento venivano utilizzate costruzioni interrate in pietra per la conservazione della neve. I kit contenenti gli insetti parassitoidi provenivano da un’azienda agricola di Asti.
«Ringraziamo per la sensibilità dimostrata - dice ancora Martini - il signor Palombino di Taggia che ha regalato i kit per il trattamento alle squadre dei volontari incaricate del rilascio degli insetti». La lotta avviene con la deposizione di uova, da parte del torymus, sulla «galla», termine tecnico per indicare l’ingrossamento tondeggiante del germoglio e della foglia della pianta colpita dal cinipide. La larva del torymus successivamente mangia la larva del cinipide. Quest’ultimo insetto proviene dalla Cina. I primi esperimenti di «guerra biologica» nella quale è stato utilizzato sono avvenuti in Giappone . Con ottimi risultati. L’intervento nei boschi di castagni di Taggia e Ceriana attraverso il trattamento biologico ha evitato il ricorso alla lotta chimica che, peraltro, al di là dei problemi di inquinamento, si è rivelata in passato di non semplice applicazione.