Italia
Ridotti i trasferimenti
Camere di Commercio
con l’acqua alla gola
A Bologna cancellati i contributi alle Pmi
Le piccole e medie imprese bolognesi possono dire addio ai fondi destinati alle attività di promozione e sviluppo versati loro dalla Camera di commercio. La decisione è stata presa dalla giunta dell’ente camerale della città felsinea, in conseguenza del dimezzamento dei contributi versati all’ente stesso dalle aziende, un provvedimento varato dal governo Renzi il 24 giugno scorso con un decreto legge che la prossima settimana sarà discusso in aula. Il decreto riguarda tutte e 105 le camere di commercio italiane, che mediamente percepiscono 110 euro all’anno da ogni impresa iscritta (in tutto il Paese ce ne sono circa 6 milioni, Unioncamere nazionale ha stimato un taglio di circa 400 milioni di euro complessivi, ndr), e produrrebbe i suoi effetti con l’inizio del 2015. Ogni Camera di commercio si sta muovendo a seconda della propria situazione, tenendo conto del fatto che i versamenti delle aziende rappresentano l’unica fonte di sostentamento, ma quella di Bologna ha preso un’iniziativa drastica, annunciando la sospensione immediata dei contributi. Si tratta di interventi promozionali che, negli ultimi tre anni, sono stati pari a 30 milioni di euro. «In assenza delle previsioni del decreto legge, la Camera di commercio avrebbe potuto continuare a mettere a disposizione contributi alle piccole e medie imprese bolognesi mediamente per 10 milioni all’anno», dicono ora nel capoluogo emiliano. Sono finanziamenti rivolti ad investimenti che normalmente hanno carattere pluriennale, ma il taglio del 50% va a incidere anche sull’anno in corso, da qui l’immediatezza della sospensione anche se, precisano da Bologna, «vengono a mancare le risorse per attivare i contributi relativi ad investimenti aziendali che prevedono realizzazioni nel 2015 o 2016». Sospesi i finanziamenti diretti a «sviluppo innovativo, valorizzazione del capitale umano, ricerca e innovazione, certificazioni Dop, Igp e valorizzazione di prodotti tipici, progetti di internazionalizzazioni e servizi di assistenza sui mercati stranieri, fiere estere per le quali le imprese prevedono la partecipazione già dal prossimo mese di ottobre, rilancio dell’educazione tecnica e valorizzazione dei talenti dell’Università di Bologna». Ora si spera che, in sede di conversione del decreto, «si tenga in considerazione la sproporzione fra l’assenza di risorse che il dimezzamento comporterebbe a danno dei territori locali ed il limitato risparmio economico che esso consente alle imprese».