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lunedì 8 luglio 2013

La roulette russa dell'IMU secondo Letta, Brunetta e Berlusconi...

LA STAMPA

Italia

Imposta sulla casa, ora nel mirino quelle sopra i 100-120 mq

Tra le ipotesi anche l’aumento delle esenzioni e la “tassa Ics”

Nel mirino dell’Imu tornano le case formato large, di metratura superiore a 100–120 metri quadri, classificate nella classe catastale A2, quella che raccoglie le abitazioni di tipo civile. Mentre Palazzo Chigi smentisce la stangata sui villini, i tecnici dell’Economia continuano a sfogliare la margherita delle opzioni per ridurre al minimo l’impatto dell’imposta sulla prima casa, senza però rinunciare a una quota eccessiva dei 4 miliardi di gettito previsti. Di petali ne sono rimasti tre. Il primo prevede di rimodulare l’imposta su 5 fasce di reddito Isee, innalzando progressivamente la franchigia dagli attuali 200 fino a un massimo di 600 euro per i nuclei familiari meno ricchi. Un modo per esentare oltre l’80% dei contribuenti ma che facendo pagare i più abbienti garantirebbe quasi la metà del gettito.

Ma nelle stanze dell’Economia si è ragionato anche su un’altra idea, quella di far pagare oltre che i proprietari di ville e case signorili, anche chi possiede abitazioni di tipo civile, ma solo quando la metratura supera i 100 o i 120 metri quadrati. Che significherebbe far tornare a pagare tra i 2,5 e i 3 milioni di immobili, anche se esentati sarebbero comunque l’85% dei proprietari di prima casa. Costo dell’operazione: 2,2 miliardi, che sono sempre molto meno di quattro. I tecnici avevano ipotizzato di includere anche i villini nell’area dove colpisce l’Imu. Ma l’ipotesi è stata scartata perchè in questo modo si colpirebbero anche le casette a schiera delle zone periferiche ed ultra periferiche delle città, dove di certo non abitano i contribuenti definibili abbienti.

La terza ipotesi è quella di procedere spediti verso la riforma della tassazione degli immobili, inglobando Imu, Tares sui rifiuti e imposte su servizi indivisibili (come strade o illuminazione) nella nuova «tassa Ics», imposta casa e servizi. La base imponibile a questo punto terrebbe conto di un mix tra metri quadri e numero componenti della famiglia, un po’ come avviene già oggi per la tassa rifiuti. Solo che mentre per questa più è numerosa la famiglia, più servizi si consumano e quindi maggiore imposta si paga, per la tassa Ics si terrebbe in maggior conto la grandezza dell’abitazione, alleggerendo così l’imposizione complessiva sulle famiglie più numerose. Questo in attesa che la riforma del catasto, ricompresa nella delega fiscale in discussione in Parlamento, riallinei finalmente i valori degli immobili a quelli reali di mercato. Una riforma che richiede tempo e che potrebbe indurre il governo a soprassedere del tutto sull’acconto Imu che, ad oggi, andrebbe versato il prossimo 16 settembre, chiamando i contribuenti a versare direttamente il saldo a dicembre. Ma anche l’ipotesi di una esenzione graduata sul reddito Isee o per classi catastali potrebbe richiedere una mini proroga di un mese. A sciogliere la matassa sarà la cabina di regia «politica», convocata per il 18 luglio con il compito di sfogliare gli ultimi tre petali del rebus Imu. Che per il Pdl continua ad essere uno: quello della cancellazione per tutti dell’imposta.

PAOLO RUSSO


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