Italia
Il nervosismo
di Berlusconi
minaccia Renzi
Tra le ragioni che hanno portato a un improvviso raffreddamento nei rapporti tra Berlusconi e Renzi, dopo una luna di miele c’è soprattutto il nervosismo del Cavaliere per l’incerta vigilia delle decisioni dei giudici di Milano sul suo destino di condannato. Ma ce n’è anche un’altra, che riguarda i sondaggi più recenti in vista delle europee, anche quelli solitamente più favorevoli a lui. Da tre settimane infatti Forza Italia oscilla tra il 21 e il 18%, secondo che le rilevazioni prevedano Berlusconi in campo, in che modo non si sa, dato che spetterà alla magistratura riconoscergli o meno la possibilità di partecipare alla campagna, oppure impedito dal prendervi parte, per effetto degli arresti domiciliari o dell’affidamento ai servizi sociali. Nell’un caso o nell’altro il partito del Cavaliere, tendenzialmente sfavorito nelle consultazioni europee, si piazzerebbe terzo, dietro Pd e 5 stelle. Un risultato che, se dovesse ripetersi poi alle successive politiche vedrebbe Forza Italia esclusa dal ballottaggio.
A quel punto, il rischio di una libera uscita dei suoi elettori verso i due finalisti della competizione sarebbe alto. Parte dell’elettorato moderato berlusconiano, temendo la vittoria di Grillo, potrebbe orientarsi verso il Pd; altra parte, più radicale, com’è già accaduto nelle politiche del 2013, potrebbe andare a ingrossare le file dei 5 Stelle. Un incubo «alla francese», per dirla con le parole di chi è andato a prospettare a Berlusconi questo scenario, ricordando il caso dell’ultima rielezione di Chirac, in cui i socialisti francesi furono costretti a votare il candidato gollista perchè al loro posto in ballottaggio era entrato Le Pen.
Logico che un timore del genere stia spingendo al ripensamento Forza Italia proprio sulla legge elettorale. Il Cavaliere aveva accettato il secondo turno pensando che sarebbe stato un classico braccio di ferro sinistra-destra. «Alla fine ce la vedremo io e tua figlia Marina», lo aveva lusingato Renzi, per convincerlo. Se invece il pericolo è quello di restare esclusi, diventa preferibile andare al voto con qualsiasi sistema elettorale, perfino il “Consultellum” uscito dalla sentenza della Consulta che ha cancellato il Porcellum. Di qui i dubbi e la frenata su tutta la partita delle riforme, da parte di Berlusconi: che in questo campo, si sa, non è nuovo a far saltare il banco all’ultimo minuto.
Marcello Sorgi