Italia
Gli studenti alla Camera
“Ma come, state tutto
il tempo sui videogiochi?”
L’Istituto tecnico di Frattamaggiore choccato
Lettera alla Boldrini: troppi deputati distratti
L’Istituto tecnico di Frattamaggiore choccato
Lettera alla Boldrini: troppi deputati distratti
Non si può vietare l’uso di tablet e telefonini?», chiedono indignati gli studenti di un istituto campano, l’Itis di Frattamaggiore, che entrati in aula alla Camera per la prima volta gonfi di emozione, non credono ai loro occhi di fronte allo spettacolo «indecoroso» di deputati distratti e indifferenti a quanto si discute in aula, cioè la riforma dell’assetto istituzionale. La scena risale allo scorso gennaio, ma i ragazzi restano così scioccati che tornati a scuola decidono di mandare una lettera alla Boldrini con toni accorati. Una missiva venuta a galla quando il capogruppo di Sel, il napoletano Arturo Scotto, venutone a conoscenza, pur non essendo tra quelli da sette in condotta, si è preso la briga di chiedere scusa per lettera a nome dei deputati per questo comportamento «inaccettabile».
Poi, un venerdì di due settimane fa, il 17 aprile, Scotto va a trovarli nella loro scuola e si sottopone ad un fuoco di fila di domande. Nella lettera i ragazzi parlano del «caos inimmaginabile» che hanno trovato in una giornata di dibattito sulle riforme costituzionali. Ecco cosa dicono: «Tutto si faceva tranne che discutere su come cambiare questo Paese che a noi, nuove generazioni, non piace affatto. Abbiamo osservato basiti dalla platea deputati che giocavano a “Tetris, Candy Crash e Fruit Ninja”, invece di partecipare ai lavori parlamentari. C’era poi chi messaggiava su “ WhatsApp” o chi navigava sul web intrattenendosi sui noti e famosi social network. E non è tutto. Alcuni parlamentari si intrattenevano leggendo la Gazzetta dello Sport o magari conversavano tranquillamente al cellulare».
Insomma, quello che doveva essere un momento solenne da conservare nella memoria si trasforma in un flop educativo. Ecco alla fine cosa ne ricavano i ragazzi di Frattamaggiore: «Tutto questo tra la piena indifferenza collettiva. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo chiesti: a cosa serve insegnarci ad essere persone educate e rispettose del lavoro se poi sono in primis le istituzioni a non rispettare queste regole basilari per qualsivoglia società civile?». Encomiabile dunque il coraggio di Scotto, che da capogruppo sempre obbligato a stare in aula attento a quanto accade in ogni passaggio, è andato a misurarsi con loro in assemblea. Dove si è sentito rivolgere pure domande specifiche sulle riforme, a parte la rabbia «contro un’aula svogliata di una platea per nulla animata da grillismo». «Mi scuso, ma guardate, è vero che non è bello vedere i deputati che stanno attaccati al cellulare, ma se venivate ieri mi avreste trovato al telefono che parlavo con i sindacalisti di Fiom e Uil sulla vicenda dei licenziamenti Whirlpool». E per dire che non sempre è una forma di disattenzione, ha provato a spiegare come funziona la Camera. «Certo le riforme dovrebbero avere la massima attenzione, ma capita ad esempio la legge sul codice della strada dove interviene solo chi ha seguito questa materia specifica in commissione: gli altri votano seguendo le indicazioni dei gruppi».