AMBIENTE SCONCERTANTI RISULTATI DELLE RICERCHE DEL NATURAlista matteo serafini su incarico della provincia
Nei boschi del Ponente rimasti solo 3 lupi
Lo studio svolto con fototrappole e l’esame delle tracce, pochi gli esemplari anche in provincia di Savona
Lo studio svolto con fototrappole e l’esame delle tracce, pochi gli esemplari anche in provincia di Savona
Sono rimasti in tre. Tre soli lupi in provincia di Imperia e pochi di più nelle propaggini orientali di quella di Savona. Un territorio naturale vastissimo sulla carta. Ma dove, a dispetto delle distanze, il grande predatore fatica non tanto a insediarsi quanto a restare semplicemente vivo scansando di volta in volta o tutti insieme micidiali trappole, vigliacchi bocconi avvelenati e pallottole assassine, a testimonianza della ingiustificata avversione dei pastori e dei cacciatori (non tutti per fortuna) nei confronti di questo animale che chiede soltanto di poter sopravvivere in quelle montagne che un tempo furono sue e che divideva con orsi e linci.
Oggi i lupi stanziali in provincia di Imperia sono meno delle dita di una mano. Lo indicano gli ultimissimi e sconcertanti studi svolti dal naturalista Matteo Serafini, operatore provinciale per il progetto regionale «Il lupo in Liguria»: un piano analogo è stato da poco finanziato anche in Piemonte così che i ricercatori potranno scambiarsi informazioni e proteggere di più il predatore. Le rilevazioni di Serafini, svolte nelle ultime due settimane con fototrappole ed esame di tracce e impronte, rivelano quanto debole e scarsa sia la presenza del lupo sulle nostre montagne. Eppure l’idea che il predatore che ha il terrore dell’uomo (gli stessi ricercatori raramente riescono a vedere un esemplare se non, purtroppo, morto) vaghi sulle montagne, suscita ancora odio e paure ancestrali oggi ingiustificate che emergono da chissà quale meandro della mente e da una cultura sbagliata. Il lupo è accusato di sterminare intere greggi di pecore. Non solo. Secondo i suoi detrattori e spesso carnefici, attaccherebbe persino vitelli. In Francia, i pastori che così possono pretendere ricchi rimborsi (tutto il mondo è paese), sostengono che il lupo stermini centinaia di pecore: da qui l’ordine del prefetto di Nizza (violando la convenzione di Berna) di ucciderne in gran numero. Eppure le ricerche indicano che il lupo non soltanto nella maggioranza dei casi è innocente soprattutto per il numero ridicolo di esemplari incapaci di provocare così tanti danni, ma che si nutre soprattutto di cinghiali, caprioli e camosci e di pochissimo bestiame domestico. E quando non ha altro da mangiare ricorre alla frutta e ad altri vegetali.
giulio geluardi