ebook di Fulvio Romano

domenica 16 novembre 2014

Alessandrino: l’ Orba semina distruzione. Chiuso il Turchino

LA STAMPAweb

Alessandria

L’Orba semina distruzione
Chiusa ex statale del Turchino

A Predosa insidiato il Lido, a Lerma nuovamente isolata la Cirimilla

Il copione si ripete, a poche settimane dall’ultima replica. Campi e aziende allagate, strade chiuse e borgate isolate. Sono l’Orba e i suoi affluenti a seminare, ancora una volta, paura e distruzione nell’Ovadese. E ad essi si sono aggiunti frane e smottamenti, per via di una pioggia battente che non ha dato tregua, per tutta la giornata di ieri, a un terreno ormai zuppo. Nel tardo pomeriggio s’è visto il risultato, quando Protezione civile e Comune di Ovada hanno chiuso l’ex statale 456 del Turchino, per la caduta di alcuni massi sulla strada a poca distanza dal primo passaggio a livello sulla Ovada - Genova. Impossibile, con il buio, capire l’entità dello smottamento, così si è deciso di impedire alle auto di passare almeno fino a oggi. 
Ma, a fare davvero paura è stata ancora una volta l’acqua. In città, dove si sono registrate diverse strade allagate (in via Voltri è esondato un rio minore e si è riempito d’acqua il sottopasso della stazione) la piena dello Stura non ha impensierito troppo. Ci ha pensato l’Orba a far scattare l’emergenza. La piena, arrivata in mattinata, all’altezza del ponte di San Paolo ha costretto il Comune a sgomberare una cascina abitata da un’anziana e, in piazza Castello, ha messo a rischio per l’ennesima volta lo stabilimento di Vezzani: il piazzale è stato allagato ma la Protezione civile, coordinata da Andrea Morchio e attiva senza sosta, ha messo al riparo l’azienda con sacchetti e  cassoni di sabbia. Poco più a valle, il torrente ha rotto gli argini, allagando i campi tra Ovada e Rocca e lambendo la ferrovia per Alessandria. Allagata - e chiusa per ore - anche la provinciale tra Ovada e Alessandria, per un canale che scorre accanto alla strada e che è tracimato, mettendo a rischio anche la zona della Masseria. 
Un percorso di distruzione, quello dell’Orba, proseguito nella pianura dopo aver inglobato un impetuoso torrente Piota. A Predosa, dove è stato chiuso il ponte dell’Iride per Capriata e Basaluzzo (forse riaprirà oggi), il corso d’acqua ha invaso di nuovo il Lido, locale più volte alluvionato, e ha lambito il muraglione del Comune e un’altra manciata di case nella zona dell’ex mulino. «I danni sono molti anche sulle strade comunali» ha spiegato il sindaco Giancarlo Repetto. Sull’altra sponda, a Capriata, l’Orba è uscito dal letto e ha travolto la provinciale Ovada-Novi, rimasta chiusa fino alle 18 di ieri, inondando l’azienda di prodotti agricoli Cunietti (alluvionata anche il 13 ottobre) e costringendo a evacuare per precauzione due famiglie dalle cascine Ospedale e Gorra: nel primo caso, una madre e i due figli sono stati tratti in salvo dai vigili del fuoco. La Ovada-Novi è stata minacciata anche dal rio Albedosa, in arrivo da Castelletto, dove con il rio Albara stavolta non ha causato danni particolari. Qui, come in altri centri dell’Ovadese, i problemi veri li hanno dati le frane: una ha colpito via Sericano, costringendo a l’evacuazione di una coppia, un’altra strada Crivella Ravino. A Silvano ieri è rimasta isolata per frane e smottamenti la frazione della Pieve, con circa 50 residenti: il Comune monitora la situazione e dovrebbe intervenire oggi per vedere come liberare la strada e metterla in sicurezza. 
Anche a Lerma è stata nuovamente tagliata fuori la frazione Cirimilla, dopo che il rio Boiro ha travolto il guado, ma oggi il collegamento dovrebbe essere ripristinato: due frane hanno però obbligato a chiudere la strada che porta verso il cimitero. 
Smottamenti e allagamenti hanno colpito altre zone dell’Ovadese, come la strada tra Casaleggio e Mornese, la via di accesso a Rocca, la strada per Tagliolo e strada Nuova Costa, a Ovada.    
Criticità anche nell’Acquese. Il fiume Bormida, in seguito alla piena dell’Erro, è esondato ad Acqui in prossimità del ponte Carlo Alberto, mentre in centro città i volontari della Protezione civile sono intervenuti verso mezzogiorno per un allagamento avvenuto all’incrocio tra corso Cavour e via Marconi a causa di un tombino rimasto ostruito dalle foglie. In piena anche il rio Medrio per il perdurare delle forte precipitazioni. 
DANIELE PRATO