Italia
Genova sconvolta da un’altra alluvione
Esondano i torrenti, disperso un uomo
L’acqua arriva fino in centro. In tilt autostrade e ferrovie. L’assessore regionale: “È una catastrofe”
Nelle case dei genovesi squilla il telefono: «Protezione civile. Esondazione in corso. Non uscire. Salire ai piani alti». Gli sms si susseguono sempre più incalzanti: alla fine è «Allarme. Allagamenti».
I suoni delle sirene di avvertimento rimbalzano senza eco sulle saracinesche serrate dei negozi, si perdono in un centro deserto, rabbuiato da una coltre d’acqua, sferzato dal vento. I vigili fanno chiudere i pochi esercizi ancora aperti, bloccano l’accesso ai ponti, mandano via gli incoscienti che seguono la piena come uno spettacolo, i bambini per mano. I sacchetti di sabbia delimitano trincee disperate.
La Superba è annichilita, devastata dal maltempo. Nelle prime due settimane di novembre si sono accumulati 800 mm di pioggia, la media annua è 1100. Bloccati strade, ferrovie e l’aeroporto per ore. Non si va nè a Milano nè a Torino, non si arriva nemmeno a Ventimiglia. Bus sostitutivi dei treni non ci sono, perché non possono affrontare allagamenti e detriti. Gli automobilisti fatti uscire ai caselli autostradali del Ponente cittadino (arrivati fin lì senza alcuna indicazione preventiva) si ritrovano dispersi nelle strade con l’acqua che arriva alle portiere. Qualcuno si ferma e sale sul tetto della vettura.
Le colline vomitano acqua e fango, si aprono voragini, alcune case scompaiono. I torrenti, un reticolo di piccoli rivi che si getta in quelli principali, nomi dimenticati nei tombamenti che li hanno costretti sotto strade e palazzi, acquistano una forza inarrestabile, travolgono e accartocciano auto, divelgono passerelle. Un uomo di 67 anni, Luciano Balestrero, commesso comunale in pensione, è disperso a Serra Riccò. Lo hanno cercato a lungo i sommozzatori in un piccolo affluente del Riccò. Hanno trovato solo l’auto sventrata. Era uscito per spostare la macchina, non è più tornato.
Sedici famiglie sono sfollate, una trentina isolate.
«Genova sta vivendo una nuova alluvione. Per la Liguria è una catastrofe» dice l’assessore regionale alla Protezione civile Raffaella Paita.
La Croce Rossa ha mandato quattro autoambulanze anfibie, ci sono 200 vigili del fuoco al lavoro. «Con molta umiltà e pragmatismo chiediamo aiuto perché non ce la possiamo fare da soli» si sfoga l’assessore comunale Gianni Crivello.
Se Bisagno e Fereggiano hanno tenuto (anche se sono state chiuse le strade della zona) è il Ponente cittadino dove fin dalle prime ore del mattino si è scatenata l’apocalisse.
«Il 9 ottobre scorso in un’ora sono caduti sul Bisagno 135 millimetri di pioggia - dice ancora Crivello - Su Pontedecimo in tre ore ne sono caduti 350, 280 a Voltri, 280 a Campomorone». Ci vuole poco perché la città si ritrovi isolata dal resto d’Italia e del mondo. Cancellati anche alcuni voli di linea che non potevano atterrare per il vento e sono stati dirottati su Pisa, fino a metà pomeriggio. Prima fermato in Francia, poi atterrato a Malpensa anche il volo charter che avrebbe dovuto portare a Genova la nazionale albanese per la partita di martedì a Marassi. L’aeroporto era aperto, ma era difficile arrivarci con l’autostrada chiusa. Così l’assenza di passeggeri ha bloccato in porto la Msc Musica, malinconicamente vuota.
Una tromba d’aria nella zona di Prà in mattinata ha sfiorato la «Concordia», investita da raffiche a 65 nodi. Alcuni terminal hanno sospeso i lavori. Una nave è finita contro una banchina, spinta dal vento, più tardi un’altra, spinta verso il largo dalla piena del Polcevera, è stata ormeggiata più a Levante con l’intervento di rimorchiatori e piloti del porto. Ora il problema è controllare che cosa i torrenti hanno trascinato in mare.
Solo alle 19 la città riesce a collegarsi almeno con Milano e Torino, ma con la metà dei binari. L’A7 dalle 19,15 è percorribile in direzione Milano, come la Genova Savona.
Ma non è finita. Lo stato di allerta 1 viene prorogato per il bacino da Noli a Portofino sino alle 8 di oggi, è allerta 2 da Portofino alla Spezia.