ebook di Fulvio Romano

venerdì 1 dicembre 2017

“Il premier vince perché sobrio L’esponente M5S senza storia

LA STAMPA

Italia

“Il premier vince perché sobrio

L’esponente M5S senza storia

Colpisce l’exploit di Franceschini”

La sociologa Fabris: “L’equilibrio alla fine paga”

Figlia di Giampaolo, il pioniere italiano delle ricerche sull’opinione pubblica, filosofa di formazione, sociologa per professione, Monica Fabris è presidente di Episteme, società di studi sociali e commenta il sondaggio della «Stampa» sui leader politici.

Nella cinquina della fiducia compaiono i titolari di tre cariche istituzionali, Gentiloni, Grasso e Boldrini e in testa alla classifica c’è proprio il premier. «La carica istituzionale contribuisce senz’altro al risultato. Però credo che la fiducia premi anche l’understatement di Gentiloni, la sua sobrietà. In questo momento chiassoso, gli italiani apprezzano la parsimonia di parole, una comunicazione che si concentra sui fatti e tende a smussare i contrasti. Ed è anche la ragione, uguale e contraria, per la quale Matteo Renzi è all’ultimo posto della cinquina. Stupisce, semmai, il terzo di Dario Franceschini: francamente, non penso che le persone abbiano un'idea precisa su di lui». Secondo capitolo: l’attrazione o, come scrive Piepoli, «la probabilità espansiva» del leader «sul suo mercato politico di riferimento». Qui in testa ci sono Di Maio, Berlusconi e Salvini. «Nessuna sorpresa per Berlusconi e Salvini: interpretano in maniera perfetta, direi anzi letterale, gli umori dei loro elettorati. Colpisce di più che il primo posto sia di Di Maio». Perché? «Perché la sua comunicazione sembra sempre un po’ improvvisata, da uomo della strada, incentrata più sul tentativo di non commettere errori che su una definizione chiara del messaggio. Di Maio incarna l’assenza di mestiere, di mestiere politico ma anche di mestiere tout court. È l’uomo qualunque, l’uomo senza qualità». Fra Giannini e Musil, insomma. «Sì. La sua forza è l’assenza di un passato noto e riconoscibile. Il che spiega anche la quarta posizione di Gentiloni». Terzo indicatore: la seduzione, cioè quanto l’elettore si sente attratto dall’aspirante premier. Qui in testa (ma con percentuali più basse) c’è Renzi, poi Gentiloni e Salvini. «La prima posizione di Renzi qui è speculare all’ultima sulla fiducia. Dell’ex premier colpisce la capacità di far “girare” le parole, di creare attenzionalità, di collocarsi al centro della scena. Renzi ci mette la faccia, e bisogna sicuramente riconoscergli la capacità di stare sul pezzo. Ma si tratta di un’arma a doppio taglio: ricercare sempre il centro dell’attenzione diventa anche un suo limite. Più che far sentire unico l’elettore, si sente unico lui». Infine, l’intenzione effettiva di voto. Qui la classifica dice Gentiloni, Franceschini, Renzi, Grasso e Di Maio. «È coerente con il resto del sondaggio. A parte il peso della carica istituzionale che ricopre, il ruolo di Gentiloni è percepito più come equilibratore che propositivo, in un momento in cui l’opinione pubblica esprime, appunto, una forte richiesta di equilibrio e di sobrietà. Per la stessa ragione, Di Maio è ultimo: paga il fatto che il Movimento 5 Stelle si sia sempre proposto come forza antigovernativa, anzi antisistema. Quanto a Franceschini, secondo, è il solito mistero. Almeno per me». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ALBERTO MATTIOLI


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