ebook di Fulvio Romano

venerdì 17 aprile 2015

Riviera. Allarme Xylella. Olivi sorvegliati speciali

LA STAMPA

Imperia

Allarme Xylella, in Riviera

olivi sorvegliati speciali

Già dall’anno scorso monitoraggi a cura della Regione

In Puglia l’infestazione da Xylella fastidiosa, il batterio che uccide gli olivi, ha assunto i contorni di una calamità naturale e un dramma per i produttori. In Liguria e in particolare nel Ponente, dove si concentra un alto numero di oliveti della pregiata cultivar taggiasca, per fortuna non ci sono segnalazioni, ma i controlli sono sempre più attento. Il monitoraggio, varato dalla Regione, aveva già preso il via l’anno scorso ed è in pieno svolgimento.

Commenta Francesco Bruzzo, vice presidente del Consorzio olio Dop Riviera ligure, che riunisce centinaia di olivicoltori, frantoiani e imbottigliatori: «E’ un problema nuovo, il rischio c’è per tutti, ma è stato identificato e questo è già un bene. Spero che non accada nulla, perché gli olivi sono una caratterizzazione del territorio ligure: sarebbe un disastro se succedesse qualcosa. Confido nella buona prassi. Che tutti stiano attenti, anche se gli ulivi nella nostra regione sono molto frastagliati e piccoli».

A parlare più diffusamente del monitoraggio è Marcello Storace, dirigente del settore fitosanitario regionale, nato a Genova e ma residente a Mendatica in Valle Arroscia: «Io stesso ho avviato questa pratica già dall’anno scorso, con controlli a febbraio e novembre, che hanno riguardato gli oliveti ma anche i vivai: per fortuna tutto è risultato negativo. In questo periodo stiamo compiendo ulteriori analisi. Gli olivicoltori sono molto preoccupati e cerchiamo di bloccare sul nascere un problema che potrebbe causare gravi danni a un settore che in Liguria vede 20 mila ettari coltivati. Ora si conosce la drammaticità di questa infestazione e abbiamo deciso di raddoppiare le analisi previste dal servizio fitosanitario nazionale. Oltre alle normali verifiche, inoltre, interveniamo se qualcuno ci chiama, con prelievi di campioni al di fuori del piano di monitoraggio».

Prosegue: «L’ambiente e le temperatura sono purtroppo simile a quelli della Puglia, dove si è verificate l’emergenza, ma nel nostro territorio la diffusione del batterio attraverso una specie di insetti, le cicaline Homalodisca, sarebbe più difficoltosa rispetto a quella regione. Da noi, infatti, ci sono le montagne e una successione di vallate, che limiterebbero la diffusione grazie alla presenza di barriere naturali».

I controlli riguardano una quarantina di parassiti a livello nazionale. Conclude Storace: «Tra questi ci sono il punteruolo rosso, che infesta le palme e contro il quale non è stata ancora trovata una soluzione appropriata, e il cinipide del castagno, combattuto efficacemente dalla lotta biologica».

enrico ferrari


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