ebook di Fulvio Romano

giovedì 16 aprile 2015

Genova 9 ottobre 2014. Un giorno di pioggia e nuova tragedia

LA STAMPA

Italia

9 ottobre 2014

Una giornata
di pioggia
e fu di nuovo
tragedia

È il racconto d’una giornata a tratti grottesca finita in tragedia, la ricostruzione di quanto avvenuto a Genova il 9 ottobre scorso. La cronaca di un’alluvione (con una vittima) arrivata in assenza di qualunque messaggio di allerta, al culmine di un’incredibile catena di errori e sottovalutazioni. Sono i bollettini meteo di Arpal (l’agenzia regionale per l’ambiente ) a scandire la sequenza di (in)decisioni. La città si sveglia sotto una pioggia battente: ricorda quella che il 4 novembre 2011 aveva causato l’esondazione del Fereggiano con sei vittime, cinque addebitabili alla mancata chiusura delle scuole. Ma il 9 ottobre il livello di guardia non si alza mai, a differenza di quello dei torrenti. E così i bollettini parlano di un’alternanza di piogge forti ad altre deboli. Fino alle 16.40 quando per la prima volta proprio Arpal spiega che «persiste un temporale autorigenerante, Genova a rischio». Poco più di un’ora, sono le 18, e l’allarme rientra del tutto: «graduale indebolimento». L’assessore regionale alla Protezione civile Raffaella Paita chiama i suoi per conoscere la situazione e le viene risposto di andarsene tranquillamente a casa. Ma da quel momento si scatena l’inferno. La pioggia diventa torrenziale e alle 22.20 Arpal parla di corsi d’acqua prossimi a uscire dagli argini. La Protezione civile della Regione, che ha il compito di dichiarare l’allerta, è sguarnita: il funzionario di turno è a casa, bloccato dal maltempo, non riesce a muoversi. Paita è invece ad Albenga, rientra e però arriva a disastro compiuto. Perché alle 23.15 il Bisagno esonda uccidendo Antonio Campanella e sommergendo il centro sotto acqua e fango.

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